Bomba nucleare sul governo. Conte gelato da Cingolani

Il capo M5s chiede un chiarimento al ministro dopo le frasi sull'energia atomica e gli ecologisti da salotto

Bomba nucleare sul governo. Conte gelato da Cingolani

Il tradimento è compiuto ma era già previsto. Il ministero considerato «in quota M5s» è guidato da un nuclearista convinto, oltretutto nemico dei fondamentalisti dell'ambientalismo, che è proprio una delle cinque stelle su cui Beppe Grillo ha fondato il Movimento. Proprio lui, il comico-garante, aveva chiesto a Draghi un ministero verde come condizione per l'ingresso del M5s nella maggioranza, il suo nome era Sergio Costa, ministro uscente del governo Conte, invece Draghi ha voluto Sergio Cingolani, che non è grillino e neppure ambientalista nel senso grillino del termine. Nei mesi scorsi, parlando con i parlamentari M5s, Grillo aveva previsto un «bagno di sangue» per la direzione presa dal ministero della Transizione Ecologica su tanti temi sacri per il M5s, dalle rinnovabili agli inceneritori fino al nucleare. E ne ha avuto conferma visto che Cingolani, ospite di Italia Viva (altra pugnalata per il M5s), ha mitragliato contro l'ecologismo in stile grillino: «Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic ed è pieno di ambientalisti oltranzisti, ideologici: loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non facciamo qualcosa di sensato. Sono parte del problema». Non solo, il ministro ha rilanciato il nucleare di «quarta generazione», un altro tema assolutamente tabù per il M5s, un cavallo di battaglia di Beppe Grillo da decenni. Sul blog ieri il comico non ha fiatato su Conte, anche se i suoi seguaci si sono scatenati sotto un suo post sul fotovoltaico («Io ne parlerei con Mr Transizione Ecologica Cingolani...ah l'ultima volta l'ho visto al fianco di Renzi mentre accusava gli ambientalisti. Fai tu» scrive uno, ma sono tanti così).

Insomma il ministero della Transizione è una bella grana per il M5s che si ritrova a dover spiegare ai suoi elettori troppe disfatte: il dietrofront sui vaccini e il via libera al green pass, la demolizione della riforma Bonafede della giustizia, e ora persino il ritorno del nucleare. Una nuova bomba atomica sulla maggioranza. I big grillini, terrorizzati dall'idea di tornare alle urne, tacciono. L'unico che è costretto a dire qualcosa è il loro leader, Giuseppe Conte, che si limita a chiedere «un chiarimento sui progetti e le politiche per l'ambiente e la transizione ecologica, anche alla luce delle recenti dichiarazioni pronunciate a un evento organizzato da Italia viva». Una presa di posizione dovuta per dimostrare agli elettori grillini che il M5s ha una parvenza di difesa dei suoi princìpi costitutivi, ormai ammainati praticamente tutti per amore di poltrona. Ma si tratta dell'ennesima sconfitta per il Movimento. Nelle chat dei parlamentari c'è molta preoccupazione, alcuni ipotizzano persino una mozione di sfiducia per Cingolani, su cui ha già sparato a zero Di Battista che però finora abbaia ma non morde mai. Di fatto viene considerato un «renziano» (frequentava la Leopolda in passato). Infatti il leader Iv lo difende: «Bene che Conte chieda un incontro a Cingolani. Speriamo che il ministro gli porti le slide mostrate ieri agli studenti della scuola di formazione Di Italia viva e che Conte abbia la possibilità di imparare qualcosa di nuovo e di rifletterci sopra». Anche Forza Italia lo appoggia.

Qualche mugugno da Leu, dalle correntine di sinistra del Pd e dagli ambientalisti storici come Pecoraro Scanio. Ma la questione Cingolani è un problema soprattutto per il Movimento Cinque Stelle, l'ennesimo creato dall'ingresso nella maggioranza Draghi. Il (primo) conto salato potrebbe arrivare con le amministrative.

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