Bonomi "licenzia" Orlando: "Non ci ricatterà sui salari"

Confindustria respinge la proposta del ministro di legare gli aiuti agli aumenti nei nuovi contratti

Bonomi "licenzia" Orlando: "Non ci ricatterà sui salari"

Confindustria questa volta non cerca compromessi e rispedisce al mittente la proposta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di subordinare la concessione di aiuti anti-crisi a rinnovi contrattuali al rialzo. Viale dell'Astronomia, però, non ha utilizzato la solita diplomazia e ha proceduto con un attacco a tenaglia. Ieri Il Sole 24 Ore, quotidiano degli imprenditori, ha aperto la prima pagina con un titolo forte «No al ricatto del ministro». Alle celebrazioni per il 50simo di Confindustria Emilia-Romagna è stato lo stesso Carlo Bonomi a ripetere quel termine inusuale. «Ministro Orlando, non è quella la strada. Dire aiuti alle imprese con aumento salari è un ricatto. Che modo è di porsi da parte di un ministro della Repubblica?», ha detto aggiungendo che «il vero taglio che dobbiamo fare è quello del cuneo fiscale». La proposta confindustriale resta sempre la medesima: sì al Patto per l'Italia ma mettendo le parti sociali su un piano di uguaglianza e puntando sulla diminuzione degli oneri fiscali e contributivi. La bocciatura di Orlando, però, è senza appello in quanto la sua proposta «è l'ennesima e ulteriore conferma di quel sentimento anti-industriale che pervade ancora una parte del nostro Paese».

La sortita di Bonomi, tuttavia, ha avuto l'effetto di evidenziare le crepe nella maggioranza di governo. Il Pd è ha prestato «soccorso» immediato al proprio ministro che si è difeso pubblicamente. «Non mi sembrava una proposta eversiva aumentare i salari, non ho fatto nessun ricatto e non ho capito cosa si vuol mettere in questo patto», ha detto ricordando che per aumentare le retribuzioni si può «tenere insieme uno strumento a supporto, come il salario minimo, con una legge sulla rappresentanza» a garanzia del sindacato. Ancor più duro il segretario Pd, Enrico Letta. «Il titolo del Sole 24 ore è inaccettabile, il ministro del Lavoro non ricatta nessuno. La riduzione delle tasse sulle attività finanziarie non può gravare sul lavoro, per questo noi chiediamo al governo di intervenire strutturalmente».

Centrodestra compatto a fianco di Confindustria. Per far fronte all'inflazione «non possiamo ripristinare tout court l'indicizzazione dei salari, la scala mobile», ha replicato il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, sottolineando che «a un imprenditore che ha già visto aumentare i costi di produzione del 30%, se gli vai anche a dire che deve aumentare il costo del lavoro del 10-15%, non ci sta più dentro e salta tutto il sistema». «Per aumentare gli stipendi dei lavoratori bisogna fare l'esatto contrario di ciò che propone il ministro Orlando. Bisogna prima abbattere il cuneo fiscale, cioè ridurre le tasse alle imprese, così che possano essere incrementate le buste paga dei dipendenti», ha rimarcato Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Fi. «Forza Italia non voterà mai qualsivoglia provvedimento legislativo che contenga il salario minimo», gli ha fatto eco Alessandro Cattaneo (Fi).

Bonomi ha inoltre ribadito la disponibilità di

Confindustria «a fare sacrifici ma ad una condizione: il governo apra realmente la stagione del riformismo competitivo». L'incremento del gettito fiscale 2022 stimato a 38 miliardi deve essere restituito «a chi lo ha prodotto».

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