Boris Johnson fa il femminista: "Se Putin fosse stato donna non avrebbe invaso l'Ucraina"

Il primo ministro britannico ha sfoderato la componente di genere per definire la guerra in Ucraina un "perfetto esempio di mascolinità tossica" facendo felici le femministe di mezzo mondo

Boris Johnson fa il femminista: "Se Putin fosse stato donna non avrebbe invaso l'Ucraina"

I rapporti tra Russia e Regno Unito, non è un mistero, erano già molto tesi prima dell'invasione dell'Ucraina. Ma negli ultimi mesi la Corona sembra aver ingaggiato una bagarre particolare verso Mosca. Anzi, verso Vladimir Putin in persona.

Il primo ministro britannico Boris Johnson, per contrastare l'emorragia di consensi interna, vorrebbe riproporre lo schema da Seconda guerra mondiale quando gli inglesi, e Winston Churchill, tennero alta la bandiera delle forze Alleate contro la Germania nazista. In patria i primi a volerlo deporre sono i suoi stessi alleati conservatori, per la crisi del costo della vita e per le feste illegali a Downing Street durante la pandemia. Uno su quattro tra loro ha votato la sfiducia appena pochi giorni fa. Così, Johnson spera di riaccendere gli animi dei britannici continuando a puntare sull'antiputinismo di ferro.

In viaggio verso il vertice Nato di Madrid, il più delicato degli ultimi decenni, Johnson ha attaccato Putin sfoderando una inedita componente di genere. In un’intervista alla Tv tedesca Zdf, rilasciata per la verità poche ore prima di sbarcare in Spagna, mentre era ancora impegnato col G7 bavarese, ha descritto la guerra in Ucraina come un "perfetto esempio di mascolinità tossica". E ancora, secondo il leader Tory "se Putin fosse stato una donna, cosa che ovviamente non è, ma se lo fosse, non credo davvero che si sarebbe imbarcato in una folle guerra machista di invasione e violenza come ha fatto". In conclusione, in uno spot che avrà fatto felici le ultrafemministe, per un mondo di pace e serenità "c’è bisogno di più donne in posizioni di potere".

Ironico da dire, visto che nel G7 appena concluso tra i grandi della Terra non c'era nemmeno una donna, e le potenze occidentali per tentare di riequilibrare un minimo il gender gap hanno dovuto offrire una sedia al presidente della Commissione europea: Ursula von der Leyen. Una disparità che non migliora se si guardano i leader dei Paesi Nato, che a Madrid avranno il compito di evitare la guerra. In attesa che vengano ufficializzati gli ingressi di Svezia e Finlandia, su 30 membri dell'Alleanza atlantica solo 3 sono rappresentati da donne: Danimarca, Estonia e Slovacchia.

L'accenno al machismo di Putin, comunque, non è una novità per Johnson, che al G7, durante la prima seduta a favore di telecamera, ha scherzato su quale tipo di comportamento avrebbe fatto sembrare i leader occidentali più "duri" del presidente russo chiedendo, visto il caldo, se dovesse indossare la giacca o meno. "Dobbiamo tutti dimostrare di essere più forti di Putin", aveva detto. Pronta la riposta del leader canadese Justin Trudeau, che ha proposto "una passeggiata a cavallo a torso nudo", evocando le gesta effettuate nel corso degli anni da Putin, come anche le carezze ad un orso polare o gli spari ad una tigre con una pistola tranquillante per etichettarla poi con un collare Gps.

Al di là del discutibile gusto di ironizzare su Putin mentre centinaia di persone al giorno (tra civili e militari) muoiono in guerra, anche prendendo per buono l'assunto di Johnson che farà sprizzare gioia da tutti i pori alle Michela Murgia di tutta Europa, a Madrid i membri dell'Alleanza Atlantica, anziché annunciare il rafforzamento della presenza militare in Estonia, l'aumento delle spese per la difesa, lo spiegamento di

300mila uomini pronti all'azione, avranno la possibilità di regalare al mondo la pace, semplicemente dimettendosi e lasciando il loro scranno a qualche collega donna. La "politica ormonale" per evitare la Terza guerra mondiale.

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