Botte da orbi nel Pd, si sarebbe detto un tempo. Ora che il maggior partito del centrosinistra si dibatte fra le scissioni vere o presunte, i suoi esponenti passati e presenti non rinunciano a darsele di santa ragione, infischiandosene di chi va e di chi resta. Ogni motivo è buono per prendersi a ceffoni, sia pur metaforicamente.
Protagonisti dell'ultima bagarre sono Massimo D'Alema e Roberto Giachetti, antichi rivali all'interno dell'agone piddì e ora di nuovo avversari nei giorni drammatici della scissione. A dar fuoco alle polveri è stato il vicepresidente della Camera dei Deputati, che in più occasioni aveva accusato il Lìder Massimo di essere il "conducator" della scissione.
Baffino non gliel'ha fatta passare liscia e durante l'ultima puntata di Cartabianca, in onda ieri sera su Rai3, ha affondato il colpo: "La questione Giachetti? È stata risolta da Virginia Raggi", ha sibilato velenoso.
Un'allusione crudele alla sconfitta dell'ex radicale nelle elezioni comunali di Roma dello scorso giugno. In occasione di quella consultazione, l'ex premier aveva più volte affermato di non ritenere adeguata la candidatura dell'allora compagno di partito.
Giachetti, dal canto suo, non ha mai amato il politico pugliese e anche questa volta gli ha risposto per le rime in un lungo post sul proprio profilo Facebook.
"Le parole di D’Alema quindi non mi offendono, anzi non c’è, in quelle parole, nessuna offesa personale. C’è altro. C’è molto di più importante. Nel replicare all’accusa che gli ho rivolto domenica scorsa di essere il “conducator” della scissione, D’Alema replica dicendo che “la questione Giachetti è stata risolta dalla Raggi”.
"Parole che chiudono - per quanto mi riguarda - un ragionamento ed un comportamento che nasce in piena campagna elettorale, quando nel momento più duro dello scontro con la Raggi (intervistato dalla Gruber) disse che il sottoscritto era un candidato inadeguato."
L'accusa insomma è chiara: D'Alema avrebbe emato contro Giachetti e così facendo contro il Pd.
Non sarebbe stato, dunque, leale."La migliore risposta che si può dare - conclude il vicepresidente della Camera - a questa umiliante concezione della politica è partecipare con le proprie idee, con le proprie energie e con i propri sogni."
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