Brescello finisce sott'acqua E dai flutti spunta Don Camillo

Come Guareschi raccontava quel che è successo oggi

di Egidio Bandini

«D on Camillo aveva lavorato fino alle tre di notte a portare al primo piano e in solaio tutta la roba del piano terreno. Era solo e aveva faticato come un maledetto. Alla fine si era buttato sul letto, cadendo in un sonno di ghisa. Si svegliò alle nove e mezzo quando sentì urlare quelli che scappavano. Ben presto non sentì più nessun rumore e allora sì alzò e si affacciò alla finestra a guardare il sagrato deserto. Scese perché voleva vedere cosa fosse successo, ed entrato nel campanile salì su fino in cima. Di lassù si vedeva tutto benissimo: l'acqua aveva già invaso la parte bassa del paese e lentamente avanzava». Il racconto di Giovannino Guareschi sembrerebbe scritto proprio oggi: dopo l'alluvione del 1951, che servì per le riprese del film Il ritorno di don Camillo, quella del 1994 e l'altra ancor più spaventosa del 2000, ecco che, dopo un'estate di siccità e di caldo da «martellate sulla testa della gente», arriva, immancabile, l'esatto contrario: l'alluvione a Lentigione, frazione di Brescello, evacuata per lo straripamento del torrente. Sì, non è il Po a fare paura: è l'Enza, un torrentaccio che, proprio perché le piogge abbondanti hanno innalzato il livello del Po, ha innestato la retromarcia e invade i paesi, rinnovando la paura che aveva attanagliato Parma nel 2014, quando il Baganza, poco più d'un canale, aveva messo in ginocchio la città. Scriveva Guareschi: «Guardavano muti il paese che era lì sotto, a mezzo miglio e ognuno vedeva la sua casa anche se non la vedeva. Nessuno parlava: le vecchie piangevano senza strepito. Stavano lì a veder morire il loro paese, e lo vedevano già morto. C'era un metro d'acqua in chiesa e i banchi e i confessionali si erano capovolti e navigavano in quel fango liquido. La porta della chiesa era spalancata e si vedeva la piazza con le case annegate e il cielo grigio e minaccioso. Fratelli - disse don Camillo.

- Le acque escono tumultuose dal letto dei fiumi e tutto travolgono: ma un giorno esse ritorneranno, placate, nel loro alveo e ritornerà a risplendere il sole». Tornerà il sole anche a Lentigione, oggi evacuata e sarà il grande presepio meccanico a simboleggiare la rinascita del paese, proprio come a «Mondo piccolo».

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