La fine di un'epoca: Briatore ha messo in vendita il Twiga

"Sono assorbito dalla Formula Uno". Favorito nell'acquisto un fondo di Del Vecchio

La fine di un'epoca: Briatore ha messo in vendita il Twiga
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L'accordo non c'è ancora, ma poco ci manca. Il Twiga starebbe per passare di mano. Sul tavolo di Flavio Briatore ci sono almeno tre offerte: due arrivano da fondi internazionali, la terza è quella di Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei sei figli di Leonardo, il fondatore di Luxottica, oggi EssiLux. Del Vecchio junior è chief strategic officer della multinazionale dell'occhialeria, ma si è anche lanciato in proprio nel mondo della ristorazione: ha aperto tre locali nel cuore di Brera a Milano, prima il Vesta e quindi Casa Fiori Chiari e la Trattoria del Ciumbia, poi ha rilevato due insegne celebri, Le Carillon a Paraggi e Franco Mare a Marina di Pietrasanta, ribattezzati rispettivamente Vesta Portofino e Vesta Mare.

Ora siamo a un passo dalla definitiva consacrazione nel mondo del food e degli spettacoli: il Twiga di Marina di Pietrasanta è un'icona del lusso e della mondanità, dove abbinare cibo e spettacolo. Si sorseggia un calice di bollicine, seguendo una formula collaudata, e si seguono le irresistibili performance canore di uno scatenato Alessandro Ristori. Un mix che manda in visibilio centinaia di persone.

Nel tempo il Twiga è stato esportato e oggi sono cinque le tessere del brand: a quella di Pietrasanta, fra l'altro vicinissima a Franco Mare, si sono aggiunte le due location di Montecarlo, ancora Londra e la Baia Benjamin, nell'ultimo lembo incantato di Liguria, celebrato dalla prosa di Nico Orengo e ormai a ridosso della Costa Azzurra.

Combinazione, all'inaugurazione di quel complesso doveva partecipare il 7 maggio scorso Giovanni Toti, ma proprio quella mattina il governatore fu arrestato. « Io - spiega da Londra Briatore - sono sempre più assorbito dalla Formula 1 e non ho tempo per dedicarmi ad altre attività». Il Twiga, Crazy Pizza, che ormai ha più di venti location, la metà delle quali in franchising, il Billionaire, che il 6 dicembre prossimo aprirà un avamposto anche a St. Moritz.

«Ho messo sul mercato il Twiga - aggiunge Briatore conversando con il Giornale - e vedremo come finirà». Le indiscrezioni, dettagliate, portano a Del Vecchio junior e alla sua Triple Sea Food. Del Vecchio si è fatto avanti, forte della sua straordinaria solidità finanziaria e con almeno 500 milioni da spendere per un disegno che si sta sviluppando con coerenza all'insegna della riscoperta della ristorazione di eccellenza Made in Italy.

Così Del Vecchio sembra avere le carte in regola per battere gli altri due fondi che pure si sono fatti avanti. Fra i due imprenditori dev'essere scattato un feeling, in controtendenza rispetto al modus operandi classico di Briatore, che ha sempre preferito confrontarsi con soggetti di spessore internazionale e che in Italia è sempre stato accompagnato da feroci polemiche.

Questo volta sembra sia andata in un altro modo. Fra l'altro c'è un dato biografico che aiuta: Del Vecchio ha frequentato a lungo i locali di Briatore che in qualche modo fanno parte del suo paesaggio. Insomma, ci sarebbe l'aspetto economico ma anche una sorta di staffetta generazionale. Il tutto con l'idea di spingere su un brand che funziona e ha un richiamo globale. «Nel 2025 - prosegue Briatore - il Twiga sbarcherà negli Usa. Prima a New York, poi a Miami e Las Vegas. Con location contigue a quelle di Crazy Pizza, così i clienti potranno fare in brevissimo tempo due esperienze complementari».

Il risiko non dovrebbe però toccare le quote di Dimitri Kunz d'Asburgo, compagno del ministro Daniela Santanchè, che detiene il 33% del Twiga di Pietrasanta. Al momento sembra che Kunz non abbia intenzione di vendere il proprio tesoretto, anche se naturalmente attende l'offerta che dovrebbe essere formalizzata nelle prossime settimane. Insomma, Kunz potrebbe proseguire la propria avventura a braccetto con il ventinovenne Del Vecchio, che vanta un patrimonio stratosferico vicino a 5,1 miliardi secondo Forbes.

Il Twiga della Versilia è aperto solo 125 giorni l'anno ma ha un

fatturato che supera i 9 milioni. Poco meno di quello di Montecarlo, che viaggia sui 10 milioni, ma non chiude mai. A Pietrasanta lavorano circa 70 dipendenti, più una sessantina che ruotano intorno al fortino di Briatore.

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