La bugia di Conte

Una parcella trovata dalle Iene lo smentisce: ha lavorato con Alpa

La bugia di Conte

Giuseppe Conte non la racconta giusta sul suo passato di professore ordinario. L'inchiesta trasmessa ieri sera dalle Iene apre infatti seri dubbi sulla correttezza dell'esame - anno 2002 - con cui il giovane Giuseppe Conte si aggiudicò la cattedra di Diritto privato all'Università di Caserta. Il sospetto è che il capo della commissione giudicatrice, il professor Alpa, all'epoca fosse suo socio in uno studio legale, cosa che renderebbe ovviamente nullo il concorso.

La vicenda da tempo esce ed entra dalle cronache, sempre smentita con forza dal premier. Ma oggi le Iene mettono sul piatto una fattura cointestata ai due che dimostra l'inverso di ciò che sostiene il premier: Conte e Alpa, almeno in una causa da loro patrocinata, secondo il documento in questione erano parti dello stesso studio.

Vedremo come si giustificherà l'inquilino di Palazzo Chigi, certo che l'idea di essere governati da un primo ministro bugiardo non fa piacere e se così fosse non penso che la cosa possa finire a tarallucci e vino. Passino le piccole bugie e le furbizie contenute nel curriculum che presentò al momento dell'insediamento, legittimo formalmente il suo trasformismo spudorato (per guidare un governo però prima con la Lega e poi con il Pd ci vuole faccia tosta e pelo sullo stomaco) ma mentire agli italiani non è accettabile. Fior di premier e presidenti di tutto il mondo hanno resistito agli scandali più duri, nessuno è sopravvissuto a una stupida bugia.

Il che non vuole dire che gli altri non fossero bugiardi, semplicemente non si sono fatti beccare e tanto basta all'opinione pubblica per considerali credibili.

Cadere su una buccia di banana è un classico dei politici, anche dei più scafati. D'Alema è finito il giorno che si è saputo essere un inquilino di Affittopoli, Scajola ha interrotto la sua ascesa sempre per via di una casa, in questo caso «comperata a sua insaputa», più di recente anche l'ex ministra Trenta ha sepolto ogni possibilità di rientro sotto una serie di bugie e omissioni sull'alloggio di servizio.

Ecco, se Conte fosse stato in qualche modo socio del suo esaminatore Alpa «a sua insaputa» non speri di farla franca.

Non lo diciamo noi, lo dicono le regole non scritte della politica e del potere.

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