Come una crepa nel Muro di Berlino, anche l'ultimo frammento di verità si fa luce nel muro di bugie che il governo di Giuseppe Conte ha tentato di costruire per nascondere i suoi errori nella gestione della pandemia. La picconata finale è arrivata l'altra sera con la puntata di Report di cui il Giornale ha già dato conto, che ha mostrato stralci finora inediti della conversazione via messaggini tra il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il ministro della Salute Roberto Speranza. Materiale per i pm di Bergamo che indagano per epidemia colposa e che hanno già messo nel mirino l'ex numero due Oms Ranieri Guerra perché avrebbe mentito ai pm sul suo ruolo nella vicenda del report indipendente, pubblicato dal gruppo di lavoro Oms di Venezia guidato da Francesco Zambon e sparito dopo 24 ore perché metteva in imbarazzo il governo sulla gestione dell'emergenza, definita «improvvisata, caotica e creativa». Una volta ritrovato, è diventato la colonna portante dell'inchiesta. Perché non solo rivela l'assenza di un piano pandemico aggiornato, ma denunciava che quello esistente - seppur risalente al 2006 - poteva essere applicato, come confermerebbe anche un parere legale chiesto dal ministero della Sanità e dimenticato in un cassetto.
Il report inchiodava pure l'Oms sul mancato tracciamento degli asintomatici. Ma a Brusaferro e Speranza interessava poco dei destini dell'Oms, che invece stavano a cuore a Guerra. «Spero sia concordata o è un incidente diplomatico», scrive il primo, che incalza il ministro: «Prima di pubblicare qualcosa l'Oms deve parlare con l'interessato, che è anche un suo finanziatore». Eppure il numero uno Iss aveva giurato di non aver mai interferito né di aver mai espresso giudizi. Invece secondo Report Brusaferro ricevette un rapporto interno sul dossier Oms. Anche Speranza legge tutto e avverte Brusaferro: «Non mi sembra faccia danni, ma ne parlo con Hans Kluge», capo di Oms Europa. E infatti poco dopo riferisce a Brusaferro che «Kluge si è scusato», «il report verrà ritirato» e i contenuti «ridiscussi» tra Oms, ministero e Iss. Guerra intanto va pressing su Zambon, suggerisce modifiche che il relatore non condivide. E il report sparisce in 24 ore.
Speranza sapeva. Il suo ex capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, dimessosi all'improvviso poche settimane fa, ne era al corrente - come dimostrano i messaggi già in mano ai pm - ma mancava il tassello finale. Speranza aveva letto il report eppure giurava in tv e nelle interviste di essere all'oscuro del dossier di Zambon che, oltre a inchiodare il governo Conte per la mancata applicazione del piano pandemico 2006, che avrebbe dovuto consigliare all'esecutivo un po' di prudenza su mascherine e dispositivi di sicurezza. Andavano stoccati per tempo, invece Conte e Speranza li hanno regalati alla Cina, sdoganando poi in gran fretta mascherine farlocche. Mentre i medici di famiglia della Bergamasca morivano pur di curare a domicilio anziani e malati che morivano a casa in tre giorni, senza sapere neanche perché. «Speranza ha mentito, il premier Mario Draghi non può lasciarlo in un dicastero così delicato», dicono in coro i parlamentari Fdi Maria Teresa Bellucci, Galeazzo Bignami, Andrea Delmastro e Marcello Gemmato, che spingono perché la commissione d'inchiesta sulla pandemia non venga depotenziata dagli emendamenti di Pd, Lega e M5s che ne circoscriverebbero il raggio d'azione.
E proprio ieri alcuni parlamentari ex M5s e di Sinistra Italiana hanno indossato dentro il Senato la casacca blu delle vittime della Bergamasca. Segno che anche gli ex compagni di Conte e Speranza vogliono la verità sulla pandemia. Meglio tardi che mai.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.