Dal "buon selvaggio" all'"inumano", la nuova parola magica della sinistra

"Inumano" è l'aggettivo più usato dalla sinistra. L'ha usato Elly Schlein per definire il "governo inumano di Cutro", ma in generale non c'è giorno che qualcuno di destra non venga definito inumano

Dal "buon selvaggio" all'"inumano", la nuova parola magica della sinistra
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«Inumano» è l'aggettivo più usato dalla sinistra. L'ha usato Elly Schlein per definire il «governo inumano di Cutro», ma in generale non c'è giorno che qualcuno di destra non venga definito inumano. Matteo Salvini, per Saviano, è «inumano». Se ne deduce che a sinistra sono tutti umani, nell'accezione fantozziana di «com'è umano lei». Perdonatemi ma, essendo io un'autorità nel settore, autore tra i miei romanzi della Trilogia dell'inumano, volume di millesettecento pagine edito (e riedito, in questo mese è uscita la quarta ristampa in sei anni, senza contare le edizioni precedenti) da La Nave di Teseo che da quindici anni viene studiato nelle università, a voi di sinistra vi consiglierei di cambiare aggettivo (in realtà dovreste cambiare tutto, e preciso: non sono né di destra né di sinistra, non voto più).

Inumano, detto così, per significare cattivo, contrapposto ai buoni, non significa niente. Gli animalisti dovrebbero protestare (se non fossero antropocentrici anche loro). Biologicamente siamo tutti primati, e no, non discendiamo dalle scimmie come chi interpreta male Darwin, siamo scimmie (per l'esattezza grandi scimmie antropomorfe, che sono cinque, lo ricordo sempre: orango, scimpanzé, gorilla, bonobo e uomo, cioè noi).

Inumano, contrapposto a umano in senso buono, è un controsenso, perché tra i primati, in generale, siamo anche i più violenti. Putin invade l'Ucraina? È umano. Come era umano Hitler quando inventò i campi di concentramento, o Stalin i gulag, o gli islamici la lapidazione di femmine e omosessuali. In natura, tra le specie non umane, non succede. Non si è mai visto un campo di concentramento di castori per sterminare altri castori, ma neppure guerre tra i nostri cugini scimpanzé per affermare una propria divinità rispetto a un'altra, e sterminarsi tra di loro.

L'uso della parola «inumano» in senso buonista è un'eredità del mito del buon selvaggio, che in quanto mito si è rivelato falso, perché il selvaggio, essendo umano rispetto alle altre specie, è in genere propenso a ogni tipo di crudeltà umana insensata. Quindi mi fa ridere che a destra, secondo la sinistra, ci siano gli inumani, e a sinistra ci siano gli umani.

L'intera storia dell'umanità è fatta di conflitti, e nel decidere da che parte stare. Erano umani i nazisti, erano umani gli alleati. Sono umani i profughi che scappano dai loro aguzzini, come sono umani gli stessi aguzzini. È l'essere umano in generale che spesso fa schifo, tranne una piccola minoranza che ha migliorato la società in Occidente, facendoci entrare in una nuova era, dall'Illuminismo alla rivoluzione industriale a quella scientifica allo smartphone che avete in mano e che userete per insultarmi su Twitter.

Ma tornando agli immigrati, ai barconi, agli scafisti, credo che le opinioni in merito siano tutte umane, quindi non sono tutte intelligenti. Quelle più intelligenti sono complicate. La sinistra si sente umana nel volerli accogliere tutti, come del resto il Vaticano, impresa impossibile, perché non si può portare tutta l'Africa in Italia o in Europa. La regolamentazione è qualcosa di cui discutere per trovare soluzioni. Possibilmente inumane, ovvero complesse. Gli altri animali preservano il loro territorio, come abbiamo sempre fatto noi umani per duecentomila anni, prendendo i Neanderthal a clavate, altrimenti si fanno i cavoli loro.

Noi umani inumani moderni invece cerchiamo di essere razionali, e la razionalità è complessa, e a volte scomoda. Di certo, per esempio, armare chi è aggredito da un dittatore che si comporta da umano è inumanità giusta, razionale, mentre sventolare bandiere arcobaleno pensando che la pace arrivi da sola è umanità cretina.

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