Il bus elettrico si scarica e lo lascia a piedi: flop della campagna ecologista di Letta

Il pulmino elettrico va in ricarica e costringe il segretario del Pd a ripiegare su un'auto. È l'ennesimo fallimento della sua campagna elettorale e dell'ecologismo di facciata

Il bus elettrico si scarica e lo lascia a piedi: flop della campagna ecologista di Letta

Il fallimento della campagna elettorale del Partito democratico passa anche per un intoppo che ha costretto Enrico Letta a rendersi protagonista di un ritardo a Torino, in piazza D'Armi. L'ex presidente del Consiglio non è riuscito ad arrivare puntuale per colpa del pulmino elettrico scelto per compiere il tour d'Italia in vista delle elezioni politiche di domenica 25 settembre. Il che rappresenta l'ennesima frana di una campagna elettorale sguaiata e del solito ecologismo di facciata.

L'intoppo del bus

Stando a quanto appreso e riferito da La Repubblica, c'è stato un intoppo che ha colpito proprio il mezzo di spostamento elettrico: il bus a batteria, causa il livello basso, sarebbe andato in ricarica. "Aveva la batteria quasi scarica, non sarebbe riuscito ad arrivare da Alessandria e tornare indietro", è la versione di uno degli organizzatori riportata dal Corriere.

A quel punto Letta avrebbe ripiegato su un'auto, anch'essa elettrica. E, cavalcando la tesi della mobilità sostenibile, ha voluto mettere una toppa alla sua gaffe: "Per il nostro Paese è complicatissimo oggi usare l'elettrico. Ecco perché il nostro ecotour è anche una denuncia rispetto alle difficoltà per l'Italia di vivere una mobilità sostenibile".

Sul pulmino si erano già accumulate diverse polemiche, con gli utenti del web che avevano ironizzato sull'aspetto che in effetti è assai discutibile. Critiche erano arrivate anche da Carlo Calenda del Terzo Polo, che aveva così sbeffeggiato il numero uno dei dem: "Ammazza che brutto. Ps Secondo me ti hanno già rubato i cerchioni. Io non sono stato".

I guai di Letta

Ci si mette anche il pulmino elettrico a complicare la vita di Enrico Letta, che teme una vittoria schiacciante del centrodestra alle urne. La corsa al voto è iniziata in maniera pessima per il segretario del Pd: sognava un campo largo per battere gli avversari, ma alla fine ha dovuto rinunciare a Movimento 5 Stelle e Azione di Carlo Calenda. Il risultato? Il Partito democratico è rimasto in un minestrone solo con dei partitini. Da qui le ansie per una disfatta elettorale che, se arrivasse, potrebbe mettere in discussione proprio il ruolo di Letta.

In effetti l'ex premier ne ha fatti di errori nel corso di questa campagna elettorale: è ossessionato dal centrodestra, ha lanciato un allarme democratico, nomina continuamente Giorgia Meloni. La sinistra ha preferito portare avanti la tattica della demonizzazione piuttosto che parlare esclusivamente di tematiche e dei programmi. Ma il tentativo di dipingere gli avversari come dei mostri non sembra stia funzionando.

In tal modo Letta non solo ha indebolito la sua campagna elettorale, ma ha lasciato praterie a Giuseppe Conte che ora sta cavalcando i temi "scoperti" e rosicchiando preferenze al Partito democratico proprio dal bacino di sinistra. Un autogol clamoroso.

L'ultima uscita del segretario dem ha toccato il clima, tema su cui ha sferrato un attacco al centrodestra. Strano, chi l'avrebbe mai detto.

"La destra nel nostro Paese è negazionista sul tema dell'ambiente, contro qualunque vera misura aiuti l'ambiente", ha dichiarato Letta. Il bus elettrico, tra estetica e intoppi, racconta plasticamente la campagna elettorale di Enrico Letta. La metafora perfetta del Partito democratico.

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