Grande confusione sotto il cielo pentastellato. E la situazione, parafrasando la celebre frase di Mao, è disperata. Il tracollo alle Regionali umbre in coabitazione con il Pd ha indotto il Movimento 5 Stelle a rivedere la strategia delle alleanze a livello locale. Paradossalmente, la recente sconfitta in Umbria ha rinsaldato la leadership di Luigi Di Maio. Il capo politico grillino aveva ceduto al pressing dei suoi per tentare l'ammucchiata con i dem, franata sotto i colpi del centrodestra. Ecco perché Giggino ha avuto gioco facile nell'invertire la rotta del Movimento in vista delle prossime Regionali in Emilia-Romagna e Calabria. "Andiamo da soli".
Il governatore emiliano uscente, il Pd Stefano Bonaccini, sta provando in tutti i modi a convincere i 5 Stelle ad appoggiarli alle elezioni fissate per il 26 gennaio. Ma è dura. Com'è dura in Calabria, dove la data delle Regionali non è ancora stata decisa. Eppure, il Movimento ha già le idee chiare. Forse. Perché le parole con cui la senatrice pentastellata Bianca Laura Granato ha stroncato l'ipotesi di un Umbria-bis anche in Calabria ("Meglio correre da soli" o al limite "con coalizioni di liste civiche pure", facendo spazio al "civismo che aggrega"), non trovano d'accordo tutti i 5 Stelle originari della terra del bergamotto.
Come il senatore cosentino Nicola Morra. In un post pubblicato su Facebook, il presidente della Commissione parlamentare Antimafia fa una lunghissima analisi della situazione, alla luce del fallimento umbro dell'accordo con il Pd e dei sondaggi poco lusinghieri per il Movimento, a livello nazionale e locale. Morra descrive la Calabria come una regione dove "regna la disperazione" a causa della "mancanza di lavoro", con la "'ndrangheta che è la vera padrona del territorio". Per invertire la tendenza, continua Morra, serve una "vera rivoluzione". Orgoglioso del "grande cambiamento in Italia" avvenuto grazie ai 5 Stelle, Mora afferma che "per la Calabria serve di più". Quindi si sofferma sul capitolo Regionali, denunciando i "guai giudiziari" del "presidente uscente" Mario Oliverio (Pd) e di "altri potenziali candidati. Tutto ciò è sconcertante", denuncia l'onorevole pentastellato.
"Il Movimento - spiega ancora Morra - avrebbe dovuto essere unito e agguerrito per proporre un’alternativa: per rispetto dei tanti elettori disgustati da quanto ancora si osserva e per la volontà di offrire un'alternativa per questo tema". Quindi la risposta a chi, tra i 5 Stelle, vorrebbe comunque candidare una lista. "Se dobbiamo correre, ancora una volta, per testimoniare la nostra esistenza, io non ci sto. O noi - avverte - siamo in grado di esprimere una radicale capacità di opposizione ai governi locali e all’andazzo dominante, o non arriveremo da nessuna parte".
Parole che vanno ad aggiungersi al mare magno di dichiarazioni e prese di posizione nel Movimento sulle imminenti Regionali calabresi. Dove i 5 Stelle, con o senza il Pd di Zingaretti, rischiano l'ennesima imbarcata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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