Campania, i grillini insistono: "Al voto su Rousseau l'alleanza col Pd"

La base del Movimento 5 Stelle è spaccata: "Ora rischiamo di perdere gli attivisti, di non avere più gente sui territori che faccia campagna elettorale"

Campania, i grillini insistono: "Al voto su Rousseau l'alleanza col Pd"

Le elezioni Regionali in Campania che si terranno in primavera agitano il Movimento 5 Stelle. L'esito dell'assemblea tenutasi all’Hotel Ramada di Napoli esplicita un dato chiaro: la base è spaccata. È in netto contrasto con alcuni profili di spessore. Come quello di Roberto Fico, che sostiene l'importanza di cercare un dialogo anche con le altre forze politiche: "Si è detto che siamo contro il sistema: è vero nel senso che vogliamo cambiarlo, ma siamo anche parte delle istituzioni. Io sono la terza carica dello Stato e il Movimento parteciperà alle nomine, a partire dalla Rai. Possiamo decidere di dimetterci tutti e di stare all’opposizione, ma sono convinto che la fotografia della Campania a giugno non sarà diversa da quello di adesso".

Attivisti, iscritti ed eletti non riescono più a parlarsi: una situazione di vero e proprio caso da tutti contro tutti, complice la fallimentare gestione targata Luigi Di Maio. E anche questa volta il tutto potrebbe risolversi tramite il voto su Rousseau. Ma anche qui si apre un bivio: per eventuali alleanze con il Partito democratico, far votare solo gli iscritti campani o estendere la consultazione a livello nazionale? Nel primo caso il "no" sarebbe davvero scontato; con la seconda ipotesi chissà. "Però ricorrere al web mi sembra un azzardo, se ora insistiamo rischiamo di perderli gli attivisti, cioè di non avere più gente sui territori che faccia campagna elettorale", lo sfogo di un grillino riportato da Il Fatto Quotidiano.

I filo-dem non mollano

La linea pentastellata fino a pochi giorni fa era chiara: "Se Vincenzo De Luca si fa da parte, facciamo cinque proposte di programma al Pd". Anche Sergio Costa si era detto pronto: "Vorrei capire con quale idea e con quale progetto, ma per vincere bisogna stare assieme, non da soli". Ma oltre 400 attivisti si sono opposti e dunque il ministro dell'Ambiente sarebbe rassegnato al no. I filo-dem comunque non mollano: il presidente della Camera e altri big spingono e puntano sul voto sulla piattaforma. Fondamentale sarà l'opinione che darà Vito Crimi, il capo politico reggente, che potrebbe dare il via libera. "Magari perché vuole sancire meglio il no al Pd", fa sapere un 5S di spessore.

Valeria Ciarambino, regista dell'assemblea, aveva così sintetizzato le richieste arrivate dalla maggioranza: "Chiediamo che a votare (su eventuali alleanze, ndr) sulla piattaforma Rousseau siano solo i campani". Ora le fa eco un facilitatore: "Una consultazione nazionale sarebbe più incerta, anche perché gli iscritti non fanno sempre rima con attivisti".

Intanto il senatore Emanuele Dessì irrompe su Rousseau: "Va gestita dagli eletti, Casaleggio è un prestatore di servizi. E ho la sensazione che parlare di terza via sia solo un modo elegante per dire ‘se domani ci conviene torniamo con Salvini'".

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