Le statue di Cristoforo Colombo abbattute perché simbolo del colonialismo. Ovvio, si fosse fatto gli affari suoi... Biancaneve è immorale e il finale va cambiato perché il bacio del principe non è consenziente. 'Sto scostumato. Le teste di moro tra i simboli della Sicilia? Chiaramente razziste, via tutte. E che dire delle serie tv generazionali tipo Friends? Sono tutti bianchi, magri, belli e non c'è nemmeno un personaggio gay. Vade retro! Ora, va bene il rispetto di tutti. Sacrosanta è la tutela delle minoranze. Guai a discriminare chicchessia. Inappuntabile la battaglia per le pari opportunità. Ma la cosiddetta cancel culture, in nome di valori alti, spesso si trasforma in una farsa che da ridicola diventa patetica. Con tanto di linciaggi in nome del politicamente corretto portato all'estremo. Con la battaglia che ora arriva anche sul solitamente austero campo della scienza: via i nomi di alcune specie. Sono offensive e vanno cambiate. Nel mirino, su tutte, lo scarabeo Anophthalmus hitleri e la farfalla Hypopta mussolinii. Chiari i riferimenti ai dittatori che hanno scritto pagine drammatiche della storia. Ma in tutta onestà, alzi la mano chi era a conoscenza della loro esistenza. Figurati sentirsi offesi.
Eppure, molti membri della comunità scientifica tra entomologi, biologi e ricercatori stanno cercando di cambiare i nomi ritenuti non adeguati con lettere, richieste e petizioni. Qualcosa è stato fatto. Nel 2022 per esempio la Entomological Society of America ha chiamato una falena spugnosa Lymantria dispar eliminando il precedente appellativo di falena zingara. Ma i commissari della Commissione internazionale per la nomenclatura zoologica (sì, esiste davvero), dicono che no, non si può fare. Cambiare nome a centinaia se non migliaia di specie creerebbe un caos enorme dato che lo stesso animale, o pianta o insetto alla fine sarebbe chiamato in due modi differenti. E anche i sempre composti scienziati potrebbe iniziare a dare segni di squilibrio.
Le storture non mancano. In Australia per esempio esiste un genere di piante chiamato Hibbertia, riferendosi al botanico del diciannovesimo secolo George Hibbert, diventato ricco grazie alla tratta degli schiavi. Si stima però che circa il 20% degli oltre 1,5 milioni di nomi di animali sono eponimi, cioè riferiti a una persona, e circa il 10% sono toponimi che si riferiscono a un luogo, spesso oggetto di ulteriori polemiche. Tipo le desinenze di alcune specie africane che vennero introdotte durante l'apartheid e quindi offensive per le persone di colore.
I casi limite sono molti. Su tutti quello che riporta ad Adolf Hitler. Il nome a una specie nuova, come accade con le stelle, viene scelto dal suo scopritore. Se nei film gli scienziati sperano di attribuire il nome della propria amata a una stella per impressionarla e conquistarla, nel 1937 un entomologo dilettante austriaco chiamò uno scarabeo marrone senza occhi delle caverne slovene (non esattamente un modello di bellezza) Anophthalmus hitleri perché era un fan sfegatato del Führer. E negli ultimi anni, lo scarafaggio sta rischiando l'estinzione perché gruppi di neonazisti sono disposti a pagare oro per procurarsi un esemplare dello scarafaggio. E qui, più che un entomologo, servirebbe un medico. A quanto risulta, nessuna corsa alla Hypopta mussolinii. Trattasi di una specie di farfalla scoperta in Libia durante gli anni del colonialismo. Ma ci sono anche casi contrari, in cui il nome scientifico viene attribuito per gioco o per derisione. Nel 2017, venne scoperta una particolare falena con un particolare ciuffo giallastro. Per questo venne battezzata Neopalpa donaldtrumpi, per via della discutibile acconciatura dell'ex presidente americano. Ce n'è per tutti. Abbastanza per creare un caso al giorno.
«La scienza è cultura - Attacca Kevin Thiele, professore australiano in prima fila nella lotta ai nomi offensivi - Gli scienziati dovrebbero smetterla di vivere nelle loro torri d'avorio». Ehi, prof, ma come le viene in mente? L'avorio è illegale! Lo prendono dagli elefanti che sono protetti! Come si permette? Blasfemo! Ah, i cattivi maestri...
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