Partito democratico spaccato in due e campo largo, se non proprio morto, in prognosi riservata. Sono questi i primi effetti prodotti dalla candidatura targata Schlein di Gianna Pentenero a sfidante del governatore Alberto Cirio, sostenuto da tutta la coalizione del centrodestra, nelle prossime elezioni regionali del Piemonte.
Uno tsunami che arriva dopo mesi di incontri tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, alla disperata ricerca di un campo abbastanza largo da coltivare insieme e che il partito di Conte considera un aperto atto di ostilità. Come recita la nota al veleno divulgata dalla coordinatrice pentastellata, Sarah Disabato, pochi minuti dopo la candidatura di Pentenero e firmata anche dall'ex sindaco di Torino e vicepresidente alla Camera Chiara Appendino e dal senatore Elisa Pirro: «Il campo largo lo ha impedito il Pd. Il tavolo per trovare un accordo è saltato e noi ora troveremo un nostro candidato», per poi precisare: «Non è il nome di Pentenero che non va bene, il problema è la scelta di un candidato autonomo».
Più nascosto ma per questo non meno forte, il malcontento nella base Pd: dietro l'applauso della platea che ha incoronato Pentenero, serpeggia tutta la rabbia e la delusione di chi si sente scavalcato da Roma, per una scelta che non rappresenta la volontà della maggioranza e viene sentita come calata dall'alto. Getta acqua su entrambi i fuochi la sfidante di Cirio: «Nessuno mi chieda passi indietro - sottolinea rivolgendosi alle anime inquiete del suo partito - sono una candidata unitaria, scelta dall'assemblea del Pd». La frase che più ripete è: «Le porte sono aperte» e conferma che il suo primo passo «sarà quello di chiedere un incontro ai 5 Stelle. Con me non c'è mai stato un confronto, parliamoci almeno prima di decidere». L'invito al dialogo e a unire le forze contro il centrodestra, è rivolto anche ad Azione che risponde con ottimismo ed accetta di entrare da quelle porte lasciate aperte dal Pd. «Incontrerò al più presto Gianna Pentenero - ha detto la segretaria del partito di Calenda, Cristina Peddis - e anche se non tutti in Azione concordano, io invece credo che troveremo un punto di incontro». Parole chiare e nette, c'è da vedere come la pensano gli esponenti di Azione che - pur non essendosi mai schierati ufficialmente - si sono già accomodati nella lista civica che porta il nome del presidente Cirio.
Anche la giunta del sindaco torinese Lo Russo resta scombussolata dalla mareggiata inaspettata creata della scelta di Pentenero, che tra pochi giorni dirà se lascerà la poltrona da assessore al Lavoro e Sicurezza.
Il manuale politico prevede degli spostamenti che porterebbero la corrente Schlein a contare sempre di più, in un feudo a trazione Bonaccini. Ma Lo Russo, senza giri di parole, ha già fatto sapere che le deleghe in giunta spettano a lui e soltanto a lui.
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