Caos 5S al Senato: il braccio di ferro che inguaia Conte

La prima votazione si è conclusa mercoledì sera con un nulla di fatto: il capogruppo uscente Ettore Licheri e la sfidante Mariolina Castellone hanno raccolto ciascuno 36 voti. Si cerca una mediazione per non indebolire la leadership di Conte

Caos 5S al Senato: il braccio di ferro che inguaia Conte
00:00 00:00

Acque agitate in seno al Movimento Cinque Stelle. L'oggetto del contendere è l'elezione del nuovo capogruppo al Senato. Si tratta non solo di scegliere il nuovo leader pentastellato di Palazzo Madama, ma anche di dare seguito, in qualche modo, al nuovo corso avviato alcuni mesi fa da Giuseppe Conte. L'uomo che, dal Senato, dovrà fare sponda con l'ex premier, portando avanti la linea del movimento politico fondato da Grillo e Casaleggio. Un tema molto delicato, dato che sin dallo sbarco in Parlamento i capigruppo M5S sono sempre rimasti in carica per un tempo limitato. Ora, accanto a questo aspetto, c'è da tenere conto dei necessari equilibri politici tra i gruppi parlamentari e Conte.

La prima "sfida" c'è stata mercoledì sera: il capogruppo uscente Ettore Licheri si è ripresentato, trovandosi contro Mariolina Castellone. È finita in perfetta parità, con trentasei voti a testa. C'è anche un "giallo": una scheda contestata, il cui voto è stato attribuito a Licheri. Dopo questa prima fumata nera i mediatori sono a lavoro per cercare di evitare pericolose spaccature e, soprattutto, lo "stallo" tra i due schieramenti che si fronteggiano. Si voterà di nuovo la prossima settimana. Per essere eletto serve la maggioranza assoluta degli aventi diritto.

Giulia Lupo, una delle due senatrici M5S assenti (giustificate) in occasione della prima votazione, potrebbe essere l'ago della bilancia. Quando le chiedono se avrebbe votato per la Castellone risponde così: "Diciamo che tendenzialmente potrei votarla". E aggiunge: "La prossima settimana sarò presente... al momento sono una sorta di ago della bilancia".

Cosa potrebbe succedere ora? Possibile che si cerchi una mediazione per arrivare ad una sintesi (una sorta di ticket) tra i due sfidanti, Licheri e Castellone. Una mossa che un tempo avremmo definito "democristiana", per tenere tutti insieme. La seconda idea è trovare un altro nome, facendo ritirare i due sfidanti.

C'è un altro aspetto da non sottovalutare. Anche se nessuno mai lo ammetterà la scelta del nuovo capogruppo potrebbe essere una sorta di referendum su Conte. L'ex premier però nega quasi con sdegno questa ipotesi: "Come fanno a dire che Mariolina (Castellone, ndr) è contro di me, se ha più volte espresso il suo appoggio al nuovo corso?". Non solo, Conte ha fatto sapere che il nome della Castellone era tra quelli da lui considerati papabili per la vicepresidenza del M5S. Smentita anche, dall'entourage di Conte, la richiesta di un passo indietro che secondo alcuni sarebbe stata formulata alla Castellone.

Conte ostenta ottimismo e sottolinea che il voto sul capogruppo non avrà ripercussioni sulla partita per il Quirinale: "Ma Assolutamente no" Aggiungendo: "Che significa divisioni? Lo abbiamo detto dall'inizio: una sana

dialettica, un confronto, tutti e due (i candidati, ndr) abbracciano convintamente il nuovo corso, lo hanno detto più volte. Non cerchiamo divisioni dove non ci sono". Sarà davvero così? Lo scopriremo tra pochi giorni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica