Cassa Depositi finisce in rosso. Ma è il "motore" del Paese

Il gruppo Cdp, chiamato a investire in Aspi e nelle infrastrutture, perde 700 milioni. Pesano il virus e l'Eni

Cassa Depositi finisce in rosso. Ma è il "motore" del Paese

La Cassa depositi e prestiti (Cdp) resta il motore «pubblico» dell'Italia industriale anche se, a livello consolidato, il gruppo guidato dall'ad Fabrizio Palermo ha registrato una perdita netta di 700 milioni a causa del rosso di Eni. Cdp, infatti, detiene il 26,4% del Cane a sei zampe, i cui conti del primo semestre hanno evidenziato una perdita di 7,4 miliardi a causa del crollo delle quotazioni del petrolio che hanno imposto una serie di svalutazioni. Il consolidamento con il metodo proporzionale (cioè pro quota) ha prodotto così un impatto di -1,4 miliardi sui conti di Cassa Depositi e il conseguente risultato negativo.

Eppure se si guarda la semestrale di Cdp spa, lo scenario è molto più rassicurante. L'utile netto si è attestato a oltre 1,3 miliardi di euro (1,5 miliardi nel primo semestre 2019) con un margine di intermediazione di 1,9 miliardi, sostanzialmente in linea con il risultato del primo semestre 2019. Un altro dato rilevante riguarda la capacità di conservare la fiducia dei risparmiatori italiani: la raccolta complessiva al 30 giugno 2020 è stata pari a 382 miliardi, in aumento di 26 miliardi rispetto alla fine del 2019 (356 miliardi). La raccolta postale, in particolare, ha superato i 271 miliardi (265 miliardi a fine dicembre) grazie alla performance della raccolta netta di Cdp, anche riconducibile al lancio di nuovi prodotti e all'attivazione di nuovi servizi digitali, che hanno contribuito a una significativa crescita delle vendite sul canale online (+85% rispetto al primo semestre 2019).

La Cassa, soprattutto, è stato il propulsore delle iniziative emergenziali di sostegno all'economia del Paese, mobilitando risorse per 14,6 miliardi di euro. In particolare, per le imprese sono stati investiti 12,3 miliardi di euro per la crescita, l'innovazione e l'internazionalizzazione del tessuto imprenditoriale italiano, per aumentarne la resilienza e accrescerne la competitività. Delle iniziative avviate in questo ambito fanno parte un plafond da 3 miliardi per finanziamenti diretti a favore di imprese mediograndi, a cui si sono aggiunti 3 miliardi, a tassi calmierati, per finanziamenti indiretti alle pmi attraverso il canale bancario. Per le infrastrutture, inoltre, sono stati investiti 2,2 miliardi di euro a favore degli enti locali e per la realizzazione di progetti di riqualificazione urbana.

Gli interventi di Cdp non si sono limitati al solo supporto del sistema produttivo, ma anche all'immissione di capitali freschi nel sistema delle partecipate. Nel dettaglio 400 milioni sono stati investiti nell'aumento di capitale di Ansaldo Energia (ora partecipata all'88% da Cdp Equity), 225 milioni sono stati messi a disposizione della ricapitalizzazione di Open Fiber, la società per il cablaggio in fibra delle aree bianche controllata pariteticamente con Enel. L'aumento della società di ingegneria Trevi ha visto Fsi (controllato da Cdp Equity) partecipare con 38,7 milioni.

Ora la Cassa e l'ad Palermo sono chiamati a nuove sfide. In primis, il subentro ad Atlantia e ai Benetton come azionista di riferimento di Autostrade per l'Italia. L'accordo è in fase di stesura e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, riferirà sui contenuti alla commissione di vigilanza su Cdp presieduta da Sestino Giacomoni (Fi). La seconda sfida è quella della rete unica in fibra che vede in Cdp l'ago della bilancia in quanto socio sia di Open Fiber che di Tim (9,9%).

Ultimo ma non meno importante è il dossier Patrimonio Destinato, il fondo sovrano da 44 miliardi creato dal dl Rilancio per intervenire nel capitale dei big italiani quotati e nel quale potrà affluire anche il risparmio privato sul modello anglosassone.

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