Il centrodestra blinda il suo Guardasigilli. "Siamo tutti con Nordio"

Fdi fa quadrato: "Non c'è alcun caso: faremo la riforma in un clima di armonia con le toghe". Fi e Lega: "Un polverone sulle intercettazioni"

Il centrodestra blinda il suo Guardasigilli. "Siamo tutti con Nordio"

«Ma quale caso Nordio... È la prima grande bolla mediatica della legislatura, gonfiata a dismisura guarda caso all'indomani della cattura di Matteo Messina Denaro. Ma voi davvero pensate che se avessimo voluto un ministro da mettere sotto tutela politica avremmo scelto un uomo della statura di Carlo Nordio? La verità è che c'è un certo circolo mediatico che sta soffiando sul fuoco ed è riuscito a creare un caso dal nulla».

Dentro Fratelli d'Italia il clima rispetto alle polemiche e ai tanti articoli che hanno descritto il partito ai ferri corti con il ministro della Giustizia (candidato ed eletto alla Camera nelle file del partito di Giorgia Meloni) è ormai di palese insofferenza. Nordio, spiegano, non è stato scelto per avere una figurina di prestigio, ma perché sono le sue idee a essere apprezzate. E queste idee non sono certo distanti dal sentire del partito. L'idea di fondo, diffusa non solo dentro Fdi ma anche dentro il resto della maggioranza, è che con questa polemica si prepari un fuoco di sbarramento in vista della futura riforma della giustizia. Una riforma che Giorgia Meloni - che con Nordio è in contatto e con cui ha parlato di recente - vuole comunque cercare, laddove possibile, di sviluppare in un clima di armonia con la magistratura.

A Nordio nel partito di Via della Scrofa rimproverano soltanto la frase sui «mafiosi che tendenzialmente non parlano di reati tra loro al telefono». Una considerazione che riportata nel dibattito politico, è stata amplificata e distorta facendo passare un messaggio diverso da quello che il Guardasigilli aveva esposto con chiarezza, ovvero che bisogna combattere gli abusi di pubblicazione delle intercettazioni, andando a interrompere alla fonte il meccanismo del processo mediatico.

L'azione di Nordio è apprezzata senza se e senza ma anche da Forza Italia. Nessuno nasconde l'esistenza di sensibilità diverse rispetto agli alleati, ma l'obiettivo è comune: unire le forze per riformare la giustizia. «Finalmente nelle aule parlamentari abbiamo ascoltato parole di garantismo» dice il capogruppo Alessandro Cattaneo. «Non esiste un caso Nordio nella maggioranza. Nessuno vuole aprire una stagione di scontro con i magistrati. Vogliamo invece lavorare su alcuni interventi fondamentali, come la separazione delle carriere, l'abolizione della Severino e l'intervento sull'abuso d'ufficio». Il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, da garantista storico e convinto, si chiede se «si può aprire una riflessione sulla possibilità di evitare il tiro a segno mediatico che lucidamente rovina le vite di persone incolpevoli? A nostro avviso sì; le modalità le stiamo valutando. Ma a oggi il Ministero della Giustizia non ha nessun tavolo aperto».

Nessuna dissonanza neppure dalle parti della Lega. Il tema intercettazioni «è stato usato come una clava per sollevare critiche pretestuose nei confronti del ministro Nordio» dice all'AdnKronos Jacopo Morrone. «In questo clima, certi ambienti mediatici, della politica e della magistratura hanno appositamente alzato un polverone in evidente malafede sulle intercettazioni. L'Italia è il paese più intercettato rispetto alle democrazie europee e anglosassoni.

È quindi legittimo prevedere un ripensamento su questo strumento, imprescindibile in molte situazioni. Nessuno vuole toccare le intercettazioni lecite e indispensabili: chi travisa questo dato di fatto non può che essere in malafede».

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