Matteo Salvini prova a scardinare l'ultimo fortino della linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza nella gestione della pandemia: l'abolizione del coprifuoco alle ore 22. «In prospettiva va tolto», rimarca in serata il leader leghista al Tg5. Il 26 aprile prossimo scattano le nuove misure annunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza: via libera alla riapertura al pubblico di bar e ristoranti all'aperto. Ma resta confermato il coprifuoco che scatta alle ore 22. La Lega vorrebbe rivedere la fascia oraria, allungando fino alle 23/24 la libertà di circolazione. In settimana dovrebbe tenersi una nuova cabina di regia tra il premier Draghi e le forze di maggioranza. Si discuterà anche delle richieste, avanzate dal centrodestra, di una modifica della fascia oraria del coprifuoco. La maggioranza è spaccata. Lega e Forza Italia sono favorevoli a un alleggerimento. Pd e Cinque stelle sono contrari. «Sul coprifuoco non c'è nulla da dire, non è in discussione. Punto. Dobbiamo solo capire come rendere operativo il pass sulla mobilità», rivela all'Adnkronos un ministro dell'esecutivo Draghi.
È tuttavia presumibile che la Lega approfitterà dell'incontro per sollevare la questione, «ma su questo non troverà margini, né in Draghi né nelle altre forze di governo», assicura la stessa fonte di governo.
L'intesa manca anche sulla durata dell'attuali norme sul coprifuoco. La proposta iniziale del ministro Speranza è di mantenere il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5 fino al primo luglio. La Lega chiede di rivedere gli orari a partire già dal primo maggio. Il punto di caduta potrebbe essere una conferma del coprifuoco fino al primo giugno. Non fa trapelare margini di trattativa il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: «I numeri attuali, seppur migliori, non sono ancora così buoni da abbattere tutte le restrizioni. Portare l'R0 di molto sotto lo 0,8 permetterà di alleggerire alcune misure e allungare il coprifuoco fino a toglierlo del tutto, ma non corriamo troppo. L'incidenza di contagi è ancora alta. Dobbiamo scendere sotto i 5 casi ogni 10mila abitanti», spiega in un'intervista a La Stampa. Sulla linea leghista, il governatore della Liguria Giovanni Toti: «Se apriamo i ristoranti la sera, non può restare il divieto di movimento dopo le 22. Mica siamo in un Paese nordico dove la gente mangia alle 18 o alle 19, da noi si va a cena alle 20.30 o alle 21». Resta cauto il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini: «Noi tutti vogliamo il ritorno alla normalità, ma quello può farlo il Regno Unito, dove hanno vaccinato con la prima dose quasi tutta la popolazione. In altri Paesi stanno invece correndo ai ripari per il rialzo dei contagi. Sulle scuole trovo giusto che possano riaprire, salvo ovviamente che in situazioni fuori controllo. Non possiamo più rispondere solo con limitazioni e Dad». Dai banchi dell'opposizione il leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni definisce «una follia la conferma del coprifuoco alle 22». Una posizione appoggiata dalle categorie dei ristoratori. Un dossier su cui sarà difficile, per ora, trovare una mediazione.
Il presidente del Consiglio dovrebbe confermare la linea del ministro Speranza, facendo cadere nel vuoto le richieste avanzate dal fronte leghista. Almeno in questa fase. Poi dal 3 maggio sulla base dei dati saranno valutate eventuali modifiche agli orari del coprifuoco.
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