Capire se il bancario pugliese è uno sbirciatore folle delle altrui tasche o invece un emulo del finanziere della Dna Striano, come sembra suggerire Giorgia Meloni quando ironizza sul «dossieraggio quotidiano», è compito degli inquirenti baresi. Al lavoro da qualche mese sull'impiegato di Intesa San Paolo che per due lunghi anni ha spiato conti correnti e dati finanziari, tra gli altri, della stessa premier. Quel che è certo già adesso è la gravità degli abusi commessi dall'uomo. Abusi accertati già dal provvedimento disciplinare avviato dalla banca a inizio anno e sfociato, l'8 agosto, nel licenziamento del dipendente, sorpreso dal sistema dei controlli interni dell'istituto a fare accessi al database della clientela vip che non erano giustificati da motivazioni lavorative.
Ma chi è il protagonista dell'ultimo dossieraggio all'italiana? È un funzionario di livello alto, sui cinquant'anni, pugliese, impiegato da anni senza creare problemi, senza sollevare sospetti di sorta nella sua filiale di Banca intesa in un centro del Barese. Lo sguardo fisso sullo schermo del suo terminale, come richiesto dal suo ruolo di gestione della clientela. Da lì poteva frugare nei conti, e nell'anagrafica, di personaggi di spicco della politica e della magistratura. E lo ha fatto, abusivamente, per due anni, dal lunedì al venerdì: in 26 mesi e quasi 550 giorni lavorativi l'uomo ha fatto circa 7mila accessi al sistema, interrogando le schede di almeno 3.500 clienti, sparsi in 679 filiali, un quinto di tutte quelle che il gruppo bancario ha in Italia.
Non ha dovuto violare alcun sistema, anche se non era autorizzato: il suo ruolo gli permetteva di spulciare il database dei clienti della banca in tutto il Paese. Non è chiaro, al momento, il suo movente, se abbia agito da solo, con qualcuno o per conto di qualcuno, e non si sa se quei dati riservatissimi di importanti cariche istituzionali li abbia tenuti per sé o passati a qualcuno. Le risposte dell'uomo sul punto sarebbero state vaghe, tanto da convincere gli inquirenti, al momento, che questa gravissima pesca a strascico di informazioni sensibili sarebbe una sorta di inusitata «collezione privata». Di certo l'ha raccolta lui, a lungo indisturbato. Tradendosi quando ha ecceduto in comportamenti imprudenti che hanno fatto scattare l'alert del controllo interno della banca: troppe anomalie in quella filiale pugliese. Così gli 007 del gruppo gli chiedono conto di quel continuo rovistare. L'ex funzionario modello replica, ma le sue risposte non convincono gli ispettori di Intesa Sanpaolo. E così l'8 agosto, in piena estate, il funzionario viene licenziato in tronco: raccoglie le sue cose dall'ufficio, saluta i colleghi e lascia la banca. Ma non lascia questa brutta storia. Il suo caso non si chiude col canto delle cicale.
Nel frattempo, infatti, qualche cliente si accorge della «sostituzione» del funzionario dalla filiale. Un correntista, poi, vittima anche lui di accessi anomali al conto, viene avvertito proprio dal responsabile di filiale. E decide di denunciare tutto ai carabinieri, dando il via all'inchiesta della procura di Bari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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