Dispongo di un test per il vaiolo, ma la sua affidabilità è del 90%: eseguito su 100 individui sani dà 5 falsi positivi, ed eseguito su 100 malati dà 5 falsi negativi. Sottopongo al test il primo tizio che passa per strada, e risulta positivo. Domanda: qual è la probabilità che il tizio sia malato? È così che comincio la mia prima lezione di probabilità. Gli studenti rispondono tutti che la probabilità richiesta è 95%, ma sono perdonati perché sono lì per imparare. Il messaggio che voglio trasmettere è che quello di probabilità di un evento è un giudizio assolutamente soggettivo (ancorché non arbitrario) e dipende dalle conoscenze che ciascuno possiede. In particolare, siccome sappiamo che il vaiolo è stato eradicato dalla faccia della terra, la risposta corretta è che la probabilità che il tizio sia malato è zero, a dispetto dell'esito del test.
Anche se l'argomento è interessante, non è di probabilità che vogliamo scrivere, ma di vaiolo. O, meglio, di vaccini: è grazie alle campagne di vaccinazione obbligatoria che il virus del vaiolo che nel XVIII secolo era responsabile di mezzo milione di decessi l'anno solo in Europa è oggi fuori dalla circolazione nell'intero globo terracqueo. Oggi nessuno parla di vaiolo, ma si parla di morbillo. Su ogni 1000 che lo contraggono, ne muoiono 2 nei Paesi ricchi e 100 in quelli poveri, per un totale di oltre 100mila decessi l'anno nel mondo.
Mi rendo conto che quella della libertà o meno di vaccinarsi e della legittimità o meno dello Stato di imporre ai cittadini le vaccinazioni possa essere una diàtriba senza fine, ma v'è un punto cruciale in nome del quale non si può concedere libertà di scelta a chi la pretende: se si vuole eradicare un virus la vaccinazione di massa è necessaria. Ci fosse stata quella libertà per il vaccino contro il vaiolo, oggi saremmo a combattere pure quello.
Se poi per irresponsabilità, o codardìa, o convenienza, dei politici, dovesse affermarsi questo ennesimo malinteso senso della libertà, proporrei che chi pretende di avvalersi di questa libertà sopporti l'onere delle cure, in caso di malattia che avrebbe potuto evitare con la vaccinazione.
Forse non sbaglio se metto i vaccini al secondo posto nell'elenco delle più grandi invenzioni della medicina, dopo il metodo in doppio cieco e prima degli antibiotici. C'è da chiedersi perché mai alcuni sono così restii a compiere un'azione preventiva, quella di vaccinarsi, così straordinariamente semplice e così straordinariamente efficace. Sicuramente ognuno ha i suoi motivi, ma osservo che le molte persone che hanno questa renitenza sono le stesse che pretendono di curarsi coi rimedi omeopatici. Se i vaccini sono la scienza e la medicina ufficiale, i rimedi omeopatici sono l'anti-scienza e la medicina alternativa. Mi sono convinto che molti di coloro che diffidano della scienza e ripiegano sulla scienza alternativa (qualunque cosa ciò significhi, ammesso che significhi qualcosa), per una ragione o per un'altra si sono sentiti traditi dalla scienza. Il loro errore è stato probabilmente di aver posto in essa ogni fiducia e da essa attendevano risposta ad ogni domanda.
Purtroppo non è così: la scienza e con ciò intendo il metodo d'indagine scientifico, cioè il metodo galileiano non è infallibile, né da esso ci si può attendere risposta a tutte le domande. Ma non bisogna perdere fiducia sul fatto che è il metodo d'indagine migliore a nostra disposizione. Anche quando fallisce. Fatemelo ripetere: anche quando fallisce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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