L o spettro di una imposta patrimoniale si aggira per l'Italia. Questa nuova tassazione, che, secondo i suoi sostenitori, dovrebbe rimediare in parte alla falla dei nostri conti pubblici, è stata auspicata, anche nelle ultime settimane, da diversi esponenti del governo (benché il premier Conte l'abbia esclusa) e da varie personalità dell'opposizione (ad esempio una buona parte dei vertici della Cgil).
Ma, ancora più di recente, è stata una delle principali agenzie internazionali di rating, Moody's, a farvi un cenno quasi esplicito nella sua relazione. L'agenzia ha fatto riferimento alle vaste ricchezze possedute dagli abitanti del nostro Paese e alla possibilità di fare ricorso ad esse per salvare i conti pubblici.
Molte voci autorevoli si sono scagliate contro questa prospettiva, sottolineando che di fatto esiste già una imposta patrimoniale nel nostro paese (l'Imu sulle proprietà immobiliari), ma altre l'hanno presa in considerazione anche con accenti favorevoli.
Cosa ne pensano gli italiani? Qual è il loro giudizio sull'adozione di una imposta patrimoniale? Lo veniamo a sapere grazie ai risultati di un sondaggio condotto dall'Istituto Eumetra MR, che ha intervistato al riguardo un campione rappresentativo della popolazione adulta del nostro Paese.
Ne emerge che la maggioranza (56%) degli intervistati non ritiene opportuna l'introduzione dell'imposta patrimoniale. Non si tratta di una maggioranza strabiliante, in quanto supera relativamente di poco la metà del campione, ma è pur sempre una maggioranza.
Non tutti i restanti, che non esprimono dunque una disapprovazione esplicita per l'imposta in questione, sono però necessariamente favorevoli a quest'ultima. Si pronuncia in questo senso solo il 28% (poco più di un quarto) del campione intervistato. Gli altri (16%) si rifugiano in un più neutrale non so. Quest'ultimo genere di risposta è relativamente più frequente (18%) tra i più giovani (dai 18 ai 34 anni): molti di costoro hanno confessato di non sapere bene cosa significhi e cosa comporti una tassazione patrimoniale.
I più ostili all'imposta risultano i possessori dei titoli di studio più elevati: tra chi ha una laurea, ben il 61% esprime una posizione contraria, mentre tra quanti posseggono la sola licenza elementare, prevalgono, com'era prevedibile, le risposte «non so».
Non si registrano particolari differenze territoriali, salvo una accentuazione dei favorevoli all'imposta nelle regioni del Centro Italia.
Sul piano dell'orientamento politico (misurato dalle dichiarazioni sull'intenzione di voto), appare forse scontato il forte diniego all'introduzione della patrimoniale tra gli elettori di Forza Italia, tanto che tra costoro il 71% esprime parere negativo (e solo il 10% si esprime a favore). Ma anche tra i votanti per i partiti attualmente al governo, Lega e M5s, prevalgono le riposte contrarie, che raggiungono rispettivamente il 63 e il 56%.
All'interno del Partito Democratico, la distribuzione delle opinioni degli elettori si mostra più articolata. È vero infatti che anche tra gli elettori del Pd la maggioranza relativa (47%) si schiera esplicitamente contro l'adozione della patrimoniale, ma è vero anche che una percentuale solo poco meno consistente (43%) prende invece una posizione favorevole all'introduzione dell'imposta. Di fatto, tra i votanti del maggior partito di opposizione si rileva una vera e propria frattura di opinione al riguardo, ciò che costituisce un altro segnale delle divisioni che, su questo e su tanti altri argomenti, si registrano all'interno di questa porzione di elettorato.
In definitiva, gli italiani mostrano di non aderire alle suggestioni di Moody's e di condannare l'idea
di una introduzione della patrimoniale. Così come tanti altri sondaggi lo mostrano appaiono fortemente contrari all'introduzione di qualsiasi nuova forma di tassazione che si aggiunga alla pressione fiscale già esistente.
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