Imbarazzo, sconcerto e smarrimento: sono questi i sentimenti che prevalgono tra le mura vaticane, tra i monsignori e i porporati, sulle parole di Jorge Mario Bergoglio che nel documentario Francesco, presentato alla Festa del Cinema di Roma, ha aperto alla possibilità di unioni civili per le coppie omosessuali. Sul caso, la Chiesa si spacca tra bergogliani e tradizionalisti, mentre il Vaticano tace e in molti si attendono un chiarimento dello stesso pontefice.
Già la sera stessa in cui sono uscite le dichiarazioni di Francesco che chiede una «copertura legale» per le coppie gay, non pochi monsignori sono sobbalzati sulla poltrona. Il portavoce della sala stampa e il dicastero per la Comunicazione avrebbero chiesto al Papa in persona di trasmettere una dichiarazione ufficiale che precisasse la posizione. Invece nulla è arrivato e anche ieri il silenzio ha regnato sovrano. Neanche una riga sui media ufficiali della Santa Sede e perfino una disposizione di non pubblicare alcunché perché «è attivo un confronto per fronteggiare la crisi mediatica in atto». Bocche cucite e tanta confusione.
Ma le dichiarazioni di Bergoglio oltre a spaccare fedeli e prelati hanno creato un effetto boomerang: per molti, il Papa viene così tirato per la talare. C'è chi lo osanna per un'accoglienza estrema, che sconfina oltre i limiti della dottrina cristiana, e chi invece lo condanna nel prendere posizioni troppo progressiste.
Una delle persone più vicine al Pontefice, padre Antonio Spadaro, è intervenuto per chiarire che «il Papa parla di un diritto alla tutela legale di coppie omosessuali ma senza in nessun modo intaccare la Dottrina». Il matrimonio, come lo stesso Francesco ha più volte sottolineato, non va confuso con altri tipi di unione.
Tra i vescovi che hanno accolto a braccia aperte le parole del Papa c'è quello di Dublino, monsignor Diarmuid Martin: «Il nostro atteggiamento deve cambiare. Ci sono forti tendenze omofobe anche nei dirigenti della Chiesa. Il Papa apre le porte» a un modo diverso di confrontarsi. Sull'altro fronte, gli ecclesiastici ormai da tempo dichiaratamente nemici del Papa argentino, dal cardinale americano Raymond Burke, all'ex Nunzio in Usa, monsignor Carlo Maria Viganò. Burke esprime «tristezza e preoccupazione per la confusione e l'errore che le parole del Papa causano tra i fedeli cattolici, così come lo scandalo che provocano, in generale, dando l'impressione del tutto falsa che la Chiesa cattolica abbia avuto un cambiamento di rotta, cioè che abbia cambiato il suo insegnamento». «Non occorre essere teologi o moralisti per sapere che tali affermazioni sottolinea Viganò - sono totalmente eterodosse e costituiscono un gravissimo motivo di scandalo per i fedeli. Queste parole costituiscono l'ennesima provocazione con cui la parte ultra-progressista della gerarchia cerca di suscitare ad arte uno scisma».
Intanto è giallo sul video del Papa. Il regista dichiara di aver realizzato l'intervista a Bergoglio, mentre per altri osservatori lo spezzone video sembrerebbe appartenere a una vecchia intervista rilasciata due anni fa alla tv messicana Televisa. Secondo il portale cattolico Aleteia «la frase polemica si inserisce in un montaggio di piccoli frammenti di una intervista del maggio 2019.
Quattro estratti, uno dei quali era stato tagliato, sono stati assemblati insieme producendo una certa confusione». I tradizionalisti più convinti hanno inondato Twitter di foto di piazza San Pietro con l'hashtag #SodomaEGomorra che, per diverse ore, è stato in tendenza.
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