Chiesto il giudizio immediato per Marra e Scarpellini

A mettere nei guai l'ex capo del personale del Campidoglio una telefonata con la segretaria di Scarpellini: "Tanto lui lo sa che sto a disposizione..."

Chiesto il giudizio immediato per Marra e Scarpellini

Il Campidoglio trema, ancora. La procura di Roma ha, infatti, chiesto al gip il giudizio immediato per l'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra e per l'imprenditore Sergio Scarpellini, arrestati il 16 dicembre scorso per un episodio di corruzione avvenuto nel giugno del 2013. Il rito consente di saltare l'udienza preliminare e di approdare direttamente a processo.

In qualità di pubblico ufficiale prima (dal 28 giugno 2011 al 9 aprile 2013) come direttore dela direzione regionale organizzazione, personale, demanio e patrimonio della Regione Lazio e poi (dal 9 maggio 2013 al 341 ottobre 2013) come direttore del Dipartimento partecipazioni e controllo Gruppo Roma Capitale e infine (dal 15novembre 2013 all'11 febbraio 2014) come direttore dell'Ufficio di scopo del Comune di Roma, secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin, Marra "riceveva indebitamente" 367mila euro, provenienti dai conti correnti personali di Scarpellini, denaro impiegato per l'acquisto di un immobile in via Prati Fiscali, poi intestato alla moglie.

Marra è ancora detenuto a Regina Coeli mentre il costruttore, dopo pochi giorni di carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari. A mettere nei guai l'ex capo del personale del Campidoglio è stata la dichiarazione di disponibilità effettuata al telefono il 30 giugno 2016 con la segretaria di Scarpellini ("tanto lui lo sa che sto a disposizione..."), affermazione che, per gli inquirenti, "appare chiaramente collegata al mercimonio della funzione". Per la procura capitolina, a favore dell'ex braccio destro del sindaco Virginia Raggi, infatti, non c'è stata solo la dazione di denaro del 2013. "Un rapporto 'viziato' tra i due indagati" nasce già alla fine del 2009 quando Scarpellini vende a Marra un appartamento in zona Eur applicando in suo favore il considerevole sconto di circa 500mila euro.

Si tratta di un episodio ormai prescritto, ma questa "consistente regalia", al pari di quella poi realizzata nel 2013, "ha una ragionevole spiegazione - secondo gli inquirenti e il gip Maria Paola Tomaselli che firmò l'ordinanza cautelare - esclusivamente in una logica corruttiva, stante le funzioni pubbliche svolte all'epoca da Marra in settori connessi agli interessi imprenditoriali di Scarpellini".

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