"Ci siamo perfino annientati in ufficio". Così Toninelli ha scoperto il lavoro

L'ennesima gaffe dell'ex ministro grillino fa il giro del web. Dal tunnel del Brennero al parco del ponte Morandi, i flop

"Ci siamo perfino annientati in ufficio". Così Toninelli ha scoperto il lavoro

Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492 ha scoperto l'America, Toninelli (nel tondo) il 3 febbraio 2021 ha scoperto il lavoro. Se non avessimo la certezza dell'esistenza del riccioluto grillino - se non altro per i disastri che ha seminato al ministero dei Trasporti -, avremmo il ragionevole dubbio che sia un personaggio di fantasia. Una di quelle macchiette che sbucano, qua e là, nei romanzi umoristici producendo una serie infinita di gaffe. Ieri, con tono eroico e financo drammatico, ha annunciato su Facebook il suo netto no a Mario Draghi e la sua assoluta fedeltà a Giuseppe Conte (quest'ultima più che giustificata, chi altro al mondo avrebbe affidato un ministero a uno come lui?): «Non ci vengano a chiedere di votare Mario Draghi. Abbiamo fatto di tutto. Perfino annientarci negli uffici a lavorare pur di dare una mano a chi ne aveva bisogno. Questo per noi è stato governare l'Italia». In queste 36 parole, in questi 204 caratteri c'è la sintesi perfetta dell'approccio pentastellato alla politica e anche alla vita. Le parole chiave sono «perfino» e «lavorare» che, unite nello stesso periodo, sono l'autobiografia del grillismo. Sono arrivati addirittura ad «annientarsi» di lavoro nei loro uffici. Anche se, stranamente, fare il ministro non è annoverato tra i lavori usuranti e i palazzi del potere non sono esattamente le miniere di carbone della Ruhr. Tuttavia è logico, consequenziale e cristallino che il colmo per chi ha teorizzato il reddito cittadinanza - cioè uno stipendio regalato ai nullafacenti - sia proprio lavorare. Non a caso l'80 per cento dei 15mila grillini candidati alle scorse elezioni politiche non aveva un impiego e per molti eletti il seggio è stata la prima assunzione. E lo stupore di Toninelli di fronte alle fatiche del lavoro è assolutamente sincero. Ci immaginiamo frotte di grillini, con la fronte incoronata di sudore, le maniche arrotolate e lo sguardo perso dopo aver passato interminabili giornate a discutere di scie chimiche, trivelle, treni ad alta velocità, Xylella e pericolosissimi vaccini. Ma soprattutto esprimiamo solidarietà a Toninelli che, non ne dubitiamo, è stato vittima della famigerata sindrome da burnout, cioè lo stress da super lavoro: per produrre un tale numero di gaffe è necessario impegnarsi a lungo. Ne riproponiamo un breve elenco: «Sapete quante delle merci italiane, quanti degli imprenditori italiani utilizzano con il trasporto principalmente ancora su gomma il tunnel del Brennero?» (9 ottobre 2018, incontro con la Commissaria Ue Violeta Bulc). No, non lo sappiamo: perché il tunnel non esiste, c'è solo un valico, e anche quando l'opera verrà portata a termine sarà solo un passaggio ferroviario. «L'obiettivo non è solo quello di rifare bene e velocemente il ponte Morandi, ma di renderlo un luogo vivibile, un luogo di incontro in cui le persone si ritrovano, in cui le persone possono vivere, possono giocare, possono mangiare...». (Salone Nautico di Genova il 14 settembre 2018). Mangiare, vivere, incontrarsi e giocare insieme su un ponte autostradale sospeso a 45 metri da terra? Ma perché?

Notevole anche l'invito lanciato dall'allora ministro ospite del Tg2 Motori: «Avanti con le auto elettriche».

Poi il cronista si avventura in una domanda assolutamente innocua: ministro quale auto possiede? Una Jeep Compass diesel, cioè uno dei modelli per i quali il governo aveva appena introdotto l'ecotassa. Stupendo. Uno così, come fa a non essere stanco e annientato dal suo faticosissimo lavoro? Un solo consiglio allo spossato Toninelli: assoluto e prolungato riposo dalla politica.

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