E uno: «Siamo irrilevanti». Poi due: «Così aiutiamo solo la destra». Mentre arrivano i dati dello spoglio dei ballottaggi e del primo turno in Sicilia e Sardegna, il barometro dell'umore grillino segna un aumento del malcontento. Sotto accusa la strategia di Giuseppe Conte di smarcarsi dall'abbraccio con il Pd di Elly Schlein. Nell'unica città dove vince il centrosinistra, Vicenza, i pentastellati correvano da soli e hanno rifiutato anche l'apparentamento con una coalizione dall'impronta riformista che comprendeva il Terzo Polo. Impalpabili. Ad Ancona, città decisiva in cui Conte ha rifiutato l'accordo, il centrodestra vince. Il risultato nel capoluogo marchigiano fa storcere il naso a chi, nel M5s, pensa che l'autonomismo contiano stia aiutando la maggioranza. Ida Simonella, del centrosinistra, si piazza tre punti percentuali dietro al vincitore Daniele Silvetti. Segnale di un astensionismo tra gli elettori del Movimento, che al primo turno si era attestato proprio al 3%. Mentre a Brindisi il candidato grillino appoggiato dal Pd, Roberto Fusco, regala la città pugliese al centrodestra. Fusco, non eletto dal M5s al Senato alle ultime politiche, doveva essere il fiore all'occhiello di Conte, ma è stato staccato di dieci punti percentuali dall'avversario di centrodestra Pino Marchionna. Invisibili anche a Catania, un'altra città laboratorio dell'alleanza Pd-M5s. Nel capoluogo etneo Maurizio Caserta è stato addirittura più che doppiato dal centrodestra, che ha eletto Enrico Trantino al primo turno. A Pisa perde Paolo Martinelli, il candidato appoggiato dai giallorossi. La nuova Stalingrado degli stellati è Campi Bisenzio, cittadina di 48mila abitanti in provincia di Firenze, dove vince Andrea Tagliaferri con una coalizione formata da Sinistra Italiana e M5s contro il candidato «ufficiale» del Pd Leonardo Fabbri. E poi c'è sempre Cercola, paesone di 17mila abitanti in provincia di Napoli, comune in cui il M5s ha eletto il nuovo sindaco, battendo il Pd.
Decisamente troppo poco per festeggiare, per un Movimento scosso dai dubbi sulle ultime mosse di Conte. I contiani dicono che «non si è visto l'effetto-Schlein». L'avvocato non commenta. Ma l'ex premier è al centro delle critiche sottotraccia di molti eletti sia per la gestione del partito, sia per l'atteggiamento ostile tenuto nei confronti del Pd. Dal punto di vista interno, c'è già chi denuncia i ritardi nella strutturazione territoriale del M5s. Il corpo degli eletti è un mostro silente pronto a risvegliarsi. Da questo punto di vista, sono da annotare le indiscrezioni sul malumore che circola perfino tra qualche rampante della nuova generazione contiana. Prendiamo l'ambiziosa deputata Vittoria Baldino, volto televisivo ormai noto al grande pubblico, che secondo i bookmakers del M5s starebbe cominciando a mostrare insofferenza per l'approccio poco decisionista di Conte.
L'irrilevanza dei Cinque Stelle dà fiato alle trombe di chi è scettico sull'opportunità di usare toni polemici contro il Pd. Rocco Casalino, il grande suggeritore di Conte, sembra essersi eclissato e l'ex premier non riesce a decidere tra la linea ortodossa e quella conciliante con i dem.
Ma la vera notizia degli ultimi giorni è la delusione di Beppe Grillo per la conflittualità con il Nazareno. Il Garante è tentato dalla benedizione a Chiara Appendino dopo il probabile tonfo del M5s alle europee. Gli ortodossi puntano su Virginia Raggi. Nel mezzo Conte, accarezzato dall'irrilevanza.
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