Mancano tre settimane alla riapertura delle scuole ma dal ministero arrivano ancora una volta più parole che fatti. Più promesse che azioni concrete. Ad evidenziare le criticità del protocollo di sicurezza firmato ieri con i sindacati sono i presidi ma anche Gilda che non ha aderito all'accordo.
L'impegno più eclatante è quello di dare un taglio all'affollamento delle classi in modo strutturale e non conseguente soltanto all'emergenza sanitaria. Ma si tratta appunto per il momento soltanto di una promessa: la revisione dei parametri stabiliti nel 2009 relativi ai numeri massimi e minimi per la formazione delle classi. Sarà infatti necessario intervenire con un provvedimento legislativo adeguatamente finanziato. L'annuncio in sé non risolve il problema.
Per Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, occorrono «chiarimenti urgentissimi» pr le scuole che non hanno «disponibilità degli spazi e dei locali idonei per la didattica in presenza con la garanzia del metro lineare di distanza in contesto statico previsto dalle norme anticontagio» e pure «indicazioni precise sulle modalità di gestione dei lavoratori in condizione di fragilità» nel caso ci fosse «l'impossibilità della prestazione lavorativa sia in presenza sia in modalità agile». Il lavoratore fragile rispetto al rischio Covid è quello over 55anni. E se aggiungiamo che oltre della metà degli insegnanti italiani ha più di 50 anni è evidente che il problema si porrà appena riprenderanno le lezioni.
Gilda, che ha respinto il protocollo, ritiene che non posso essere demandata alla responsabilità genitoriale la misurazione della temperatura al contrario di quanto accade in tutto il resto della Pubblica Amministrazione dove il protocollo di sicurezza stabilisce che negli uffici pubblici la misurazione della temperatura corporea sia di competenza di un delegato del datore di lavoro.
Anche il rispetto pieno del diritto all'istruzione per gli alunni è un desiderio espresso sulla carta ma che sarà davvero difficile da mantenere come il reperimento «delle risorse destinate al sistema nazionale di istruzione e
formazione, con investimenti che consentano di intervenire sul fenomeno del sovraffollamento delle classi».Ma il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, si dice soddisfatta e parla di un accordo che «guarda al futuro».
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