Il "comico" tv augura l'ictus a Salvini (fra gli applausi)

Attacco choc a Propaganda Live su "La 7". Il leader della Lega: "Pena e tristezza"

Il "comico" tv augura l'ictus a Salvini (fra gli applausi)
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«Propaganda Live» ci ricasca. Era abbastanza prevedibile che anche Matteo Salvini, prima o poi, finisse bersaglio degli insulti che il programma di Diego Bianchi riserva al centrodestra.

Nella puntata andata in onda venerdì sera su La7, infatti, il comico di origini albanesi Xhuliano Dule, chiamato sul palco per ironizzare sul vicepresidente degli Stati Uniti James David Vance, racconta di aver letto il suo libro (Elegia americana) quando era studente dell'Università commerciale Luigi Bocconi ed esordisce così: «Ora, so che dire albanese e Bocconi è una cosa che farà venire un ictus a Salvini». E, poi, aggiunge: «O, almeno spero». Subito dopo, dalla platea partono degli applausi scroscianti che anticipano il lancio della pubblicità. Il conduttore Diego Bianchi, evidentemente durante l'intervallo si rende conto dello «svarione» e, una volta di nuovo in collegamento, cerca di rimediare: «Questo dice - è un programma in diretta, si improvvisa molto. Ogni tanto entra qualche battuta infelice come è accaduto poco fa su questo palco. Chiediamo scusa a Salvini che è stato il destinatario. Succede, siamo qui anche per questo». E, subito dopo, sottolinea: «Abbiamo l'ossatura per chiedere addirittura scusa a Salvini». Il vignettista Makkox, a quel punto, aggiunge: «Giustamente». E il conduttore chiosa: «Ma che scherzi?». Un momento di grande imbarazzo a cui il vicepremier Salvini si è limitato a rispondere con un post su X: «Un conto è fare satira, diverso è augurare la morte a qualcuno e riderci su. Non mi arrabbio neanche, provo pena e tristezza».

Ma questa non era certamente la prima volta in cui a Propaganda Live si esagerava con gli insulti spacciati per battutacce o gaffes. A fine novembre dello scorso anno, infatti, il giornalista di Repubblica Filippo Ceccarelli, parlando della kermesse politica di Fratelli d'Italia, aveva detto: «Qui invece Atreju, Atreju, a troia... A perdita d'occhio, senza nessun lapsus», lasciando completamente esterrefatti sia il conduttore sia gli altri ospiti in studio che, però, non presero le distanze da quell'affermazione. All'epoca, il premier Meloni, interpellata sulla vicenda, replicò dallo studio di Quarta Repubblica di Nicola Porro: «Circa un anno e mezzo fa, all'inizio del mio governo, mi raccontarono che c'erano degli esponenti dell'intellighenzia della sinistra che andavano in giro nelle cene, in questi salotti romani, a dire: alla Meloni la facciamo uscire di testa. Direi che dopo due anni è andata un po' diversamente, perché un presunto intellettuale che si riduce così non è più lucido. Io credo di essere ancora abbastanza lucida».

Oggi come allora, come da consuetudine, dalle parti del centrosinistra non si è levata nemmeno una voce di sdegno e, intanto, Propaganda Live, il salotto romanocentrico della sinistra perbenista che esaltava Aboubakar Soumahoro, ha mostrato la sua vera natura di intolleranza verso il centrodestra.

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