Commissione sul Covid: Conte apre, Renzi aspetta

"Non ho ricevuto nessun richiamo in causa del governo per il Covid, sono stato sentito come testimone ed ho fornito tutte le informazioni in mio possesso alle autorità inquirenti"

Commissione sul Covid: Conte apre, Renzi aspetta

«Non ho ricevuto nessun richiamo in causa del governo per il Covid, sono stato sentito come testimone ed ho fornito tutte le informazioni in mio possesso alle autorità inquirenti». Giuseppe Conte mastica amaro davanti alla domanda di Giorgio Sturlese Tosi di Mediaset rispetto all'ipotesi che l'ex premier sia al centro delle indagini della Procura di Bergamo sul mancato aggiornamento del piano pandemico e sulla mancata Zona rossa tra Alzano e Nembro, come anticipato dal Giornale. «Non scriviamo titoli sui giornali fuori luogo, non c'è nessun governo coinvolto, ci siamo sempre assunti le responsabilità delle difficilissime decisioni prese», è la replica piccata dell'ex premier, venuto in Lombardia a caccia di voti per Pierfrancesco Majorino, candidato al Pirellone sostenuto dal centrosinistra e M5s. Se da un lato Giuseppi dice sì alla commissione d'inchiesta sulla pandemia («Purché sia una riflessione seria, eravamo impreparati») dall'altro spara a zero sulla gestione Covid di Attilio Fontana e sulla Regione «deficitaria sul piano della sanità, dei trasporti e del contrasto all'inquinamento».

Peccato che a inguaiare Conte sia stato direttamente il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani, che all'inaugurazione dell'anno giudiziario ha ipotizzato «gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia», vedasi il mancato aggiornamento del piano «eclatante e di forte impatto», di competenza esclusiva di Palazzo Chigi, per tacere della Difesa civile lasciata fuori dalla gestione della pandemia, come lamentò l'ex capo della Polizia Franco Gabrielli. Il reato che i pm potrebbero contestare a una ventina di imputati è «epidemia colposa per reato omissivo improprio». Nella Bergamasca c'è un nesso eziologico causa-effetto tra la mortalità raddoppiata e la mancata chiusura di Alzano e Nembro (che Conte fece saltare dopo un bizzarro andirivieni di soldati dalla zona rossa), suffragato dalla perizia del senatore Pd Andrea Crisanti e degli esperti Daniele Donato ed Ernesto D'Aloja.

«Ma la questione della pandemia non va lasciata alla magistratura», ragiona una fonte vicino a Fratelli d'Italia, che non ha mai nascosto di voler andare fino in fondo. «In calendario c'è già una data, il 15 o 16 febbraio», dice al Giornale il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Galeazzo Bignami, convinto che già ad aprile potrà essere pienamente operativa. Sarà monocamerale (al Senato) o Bicamerale (richiesta presentata alla Camera)? E chi la presiederà? Questioni non di poco conto. «Se fosse bicamerale sarebbe uno strumento potentissimo ma sarebbe difficile calendarizzare le sedute», è il ragionamento di chi, nel centrodestra, capisce la delicatezza e il peso della commissione, anche per scongiurare la tentazione di trasformarla in una vetrina per Conte, o peggio ancora per No Vax e No Pass. Ecco perché su chi deve presiederla c'è un dibattito sotterraneo tra maggioranza e opposizione, ostaggio delle liti interne a Pd (che ha ottenuto il Copasir), M5s e Azione-Iv.

I renziani rischiano di restare a bocca asciutta sulla Vigilanza Rai a danno dei Cinque Stelle (in pole c'è l'ex ministro Stefano Patuanelli), la presidenza dell'organismo d'inchiesta sul Covid ad Azione-Italia Viva potrebbe sbloccare l'impasse: «Ma prima vediamo come va a finire alla Vigilanza».

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