"Conte lo permetterà?". Quello scenario che inquieta Letta

Dalle elezioni Amministrative potrebbero uscire un Pd vincente e un M5S ridotto a brandelli. Si proverà a costruire un'alleanza nazionale, ma la "variabile Conte" preoccupa i dem

"Conte lo permetterà?". Quello scenario che inquieta Letta

L'appuntamento delle elezioni Amministrative si avvicina sempre di più: tra 15 giorni città prestigiose come Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino saranno chiamate al voto. Un passaggio elettorale che avrà dei riflessi sui partiti nazionali, che attendono con grande ansia di misurarsi su territori di maggiore rilievo. La partita più aperta è sicuramente quella di Roma, con Enrico Michetti del centrodestra che dovrebbe finire al ballottaggio con uno tra Roberto Gualtieri (centrosinistra), Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle) e Carlo Calenda (Azione). Ma c'è chi, come Enrico Letta, guarda già agli scenari che si potrebbero verificare e alle possibili conseguenze sullo scenario politico italiano.

Letta e la "variabile Conte"

I risultati finali sono tutt'altro che scontati e la storia ci ha insegnato che spesso i sondaggi possono essere smentiti dalla realtà dei fatti, ma dalle ultime rilevazioni emerge che il centrosinistra (in teoria) dovrebbe uscire vittorioso in tutte e cinque le principali città. Un buon segno per il Partito democratico? Non proprio. Sicuramente il trionfo sarebbe accolto con grande soddisfazione dalla galassia del Pd, ma tra i dem c'è chi ha messo in guardia tutti sui possibili risvolti.

Dall'altra parte infatti si assisterebbe al flop elettorale del Movimento 5 Stelle, che nella costituenda alleanza giallorossa perderebbe non poco peso. Soprattutto se nella Capitale Calenda dovesse superare la Raggi. Uno schiaffo politico che di fatto rappresenterebbe il primo passo falso del nuovo corso grillino targato Giuseppe Conte. Proprio il nuovo leader M5S è visto da molti come una "variabile" non indifferente.

Come scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, se i pronostici fossero confermati a quel punto Letta potrebbe essere chiamato a compiere un passo fondamentale in vista delle elezioni Politiche: aprire in tempi brevi l'alleanza ai riformisti liberaldemocratici. Ed è qui che sorgono i problemi. "Ma Conte lo permetterà e soprattutto Letta avrà la forza di intestarsi questa svolta con i vari Orlando e Provenzano?", si domandano nel Partito democratico.

L'incubo di Letta

Un senatore di Base riformista ricorda quanto accaduto di recente nel corso di un comizio a Montevarchi, dove sono partiti insulti e minacce verso Matteo Renzi quando Conte lo ha citato per accusarlo di aver provocato una crisi al buio in piena pandemia. L'esponente dem infatti si chiede: "Se lo immagina Conte, i cui militanti ai comizi si augurano la morte di Renzi, aprire ai moderati, che potrebbero avere più o meno la stessa influenza e le stesse percentuali del M5S?".

Tra i vertici della coalizione si fanno ragionamenti di questo tipo.

Senza dimenticare che le preoccupazioni di Letta sono causate anche dal fattore Calenda, il quale potrebbe uscire dalle urne romane con una percentuale tra il 15% e il 20%: c'è la forte convinzione che un'eventuale terza forza centrista diventerebbe di conseguenza una calamita per i tanti parlamentari dem scontenti dalla gestione di Enrico Letta. Il che guasterebbe la festa al nuovo corso del centrosinistra condiviso anche da Conte e Bersani.

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