Conte si piega a Renzi. E monta la rabbia M5s

Il Recovery plan è la bussola per orientarsi nel mare in tempesta nella maggioranza giallorossa

Conte si piega a Renzi. E monta la rabbia M5s

Il Recovery plan è la bussola per orientarsi nel mare in tempesta nella maggioranza giallorossa. Ma anche lo specchietto per le allodole che nasconde la trattativa vera su rimpasto, soldi e spie. La giornata di ieri registra un avvicinamento tattico tra Conte, Pd e Italia Viva. Ma nel campo del governo si apre lo strappo con il M5s. Le truppe pentastellate temono che il piano di resilienza, revisionato col contributo delle forze di maggioranza, sia a trazione Pd e soprattutto Iv. Anche se il capo politico Vito Crimi cerca di piazzare una bandierina: «Piano migliorato con nostre proposte». Mentre dal blog, Beppe Grillo provoca Matteo Renzi con una citazione di Cicerone «Quo usque tandem (fino a che punto) approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di noi? A che limiti si spingerà la tua temerarietà che ha rotto i freni?». L'Epifania inizia con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che riceve dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri la bozza del Recovery. E con l'ennesimo affondo renziano: «Conte scendesse dal piedistallo e iniziasse a tessere una tela che risponda i problemi dei cittadini e non agli incarichi», attacca il ministro dell'Agricoltura e capodelegazione Iv Teresa Bellanova a Mattino Cinque. In serata, però, Renzi si dice pronto a sedersi al tavolo e apprezza il passo indietro: «Più investimenti e meno bonus, e devo dire che, da quello che si legge, il governo sembra aver cambiato idea, segno che forse le idee di Italia viva non erano così male», spiega in un'intervista al Tg3.

Per l'ex presidente del Consiglio «non esiste il rischio del voto anticipato». E boccia anche l'idea di un esecutivo di scopo: «Esistono i governi che devono lavorare. Se il governo Conte è in grado di farlo lo faccia, altrimenti toccherà ad altri». Ai suoi in chat avverte: «L'ipotesi di una conta in Aula è ancora sul tavolo». Da Palazzo Chigi in un lunghissimo post su Facebook Conte usa il tema Recovery per sminare il terreno e aprire alle richieste di Pd e Iv sul rimpasto: «Una premessa imprescindibile è rafforzare la coesione della maggioranza e, quindi, la solidità alla squadra di governo». Ma fissa un paletto: «La nostra azione di governo dovrà rimanere sempre all'interno di questo perimetro». Il premier va poi al cuore della questione: la modifica del Recovery: «Non è mai venuta e mai verrà meno, da parte mia, l'apertura al confronto e all'ascolto delle forze che sostengono il governo. Ho sempre lavorato per raccogliere tutte le proposte migliorative. Questo vale, ovviamente, anche per il Recovery Plan. Nei giorni scorsi ho sollecitato le forze di maggioranza a far pervenire osservazioni e proposte utili a migliorare la prima bozza. Ho sempre inteso quella prima bozza come un documento utile ad avere una base tecnica di discussione per poi operare le scelte politiche e dare una impronta strategica al nostro Pnrr. Posso già anticipare che le proposte e le osservazioni sin qui indicate dalle forze politiche si sono rivelate contributi utili ad arricchire e a migliorare il Piano. A breve ci ritroveremo con tutte le forze di maggioranza per operare una sintesi complessiva». Conte promette: «Maggiori risorse alla salute, ai giovani, al terzo settore.

Una volta messa a punto una proposta migliorativa del piano ritorneremo in Consiglio dei Ministri per la sua approvazione e riattiveremo così il confronto con l'intero Parlamento». Un' apertura che i renziani giudicano solo a parole: «In politica contano i fatti e gli atti, le leggi e i documenti, non i post. Non si arretra di un solo centimetro», dice una fonte qualificata di Iv.

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