Conte spara sull'opposizione per nascondere il flop Ue

Sconfitto in Europa, attacca Meloni e Salvini: "Falsità sul Mes". E minaccia: "Non firmo alcun accordo"

Conte spara sull'opposizione per nascondere il flop Ue

È un venerdì di passione per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La via Crucis inizia nella tarda serata di giovedì, con lo schiaffo che arriva dall'Eurogruppo che boccia gli eurobond, mettendo sulla strada dell'Italia la trappola del fondo salva Stati.

Conte è costretto ad annullare per ben tre volte la conferenza stampa convocata per annunciare la proroga fino al 3 maggio del lockdown. Con 24 ore di ritardo (l'incontro con i giornalisti inizialmente convocato nel pomeriggio di giovedì), e dopo una riunione fiume con la maggioranza segnata da un clima di tensione, il capo del governo si presenta con la firma del Dpcm che allunga fino al 3 maggio il lockdown. I rinvii certificano l'aria di incertezza che avvolge un esecutivo dilaniato dai contrasti. Dallo scontro sulle riaperture alla partita in Europa: la maggioranza è divisa. Il premier prova a uscire dall'angolo. Alza i toni e batte i pugni sul tavolo quando affronta i due nervi scoperti: eurobond e Mes. La risposta di Conte è semplice: sparare contro le opposizioni. Attaccando a testa bassa Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il Mes è una trappola per l'Italia? «Colpa del governo del centrodestra nel 2012» - risponde un premier nervoso. È una difesa debole che non regge. Perché è lo stesso Conte, nel corso della conferenza, ad ammettere come il fondo salva Stati sia un'opzione concreta sul tavolo europeo. Minacciando (se la proposta non cambia) di non firmare alcun piano al Consiglio europeo del 23 aprile. Nel discorso di Conte non c'è traccia di autocritica. Ma è un susseguirsi di accuse contro i leader della minoranza: «In Italia si è levato un dibattito legittimo e vivace, segno di maturità e sana democrazia. Il governo troverà le modalità per informare e interloquire con il Parlamento. Ma è importante che il dibattito sia condotto con chiarezza e senza falsità, il Mes esiste dal 2012 e non è stato attivato la scorsa notte come irresponsabilmente e falsamente dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il governo non lavora con il favore delle tenebre, guarda in faccia gli italiani e lavora con chiarezza, sostenendo che falsità e menzogne fanno male, rischiano di indebolire non il premier e il governo ma l'intera Italia, è un negoziato difficilissimo». Conte insiste sulla strada degli eurobond: «Servono subito. La principale battaglia è un fondo da finanziare con una vera e propria condivisione economica dello sforzo, come ad esempio gli eurobond. Serve una potenza di fuoco proporzionata alle risorse di un'economia di guerra e deve essere disponibile subito. Condurremo fino in fondo la nostra battaglia». Consapevole che sia una battaglia difficile da vincere: «Non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che non riguarda l'Europa e tutti gli stati membri. Sono convinto che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti».

Chiuso il capitolo Europa, il capo dell'esecutivo getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Nessun litigio in maggioranza». Unità che sembra sgretolarsi un secondo dopo, quando tocca il nodo patrimoniale: la proposta è stata lanciata da Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati.

Conte finge di cadere dalle nuvole: «È la prima volta che ne ho sentito. Non c'è nessuna proposta concreta e il governo non l'ha fatta propria e non la vedo all'orizzonte». Insomma, premier e capogruppo del Pd non si parlano.

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