Si apre uno spiraglio nel caso dei conti della Lega Nord sequestrati dalla procura di Genova a garanzia di 59 milioni di fondi pubblici che, nell'ipotesi accusatoria, sarebbero stati utilizzati in maniera impropria dagli ex vertici ormai alcuni anni fa.
Dopo l'incontro di ieri fra i legali del partito guidato da Matteo Salvini e il procuratore capo della città ligure pare che la questione possa risolversi, forse, senza una rottura netta. All'indomani della decisione dei magistrati genovesi il segretario del Carroccio aveva annunciato un'opposizione durissima, promettendo un immediato ricorso e proclamando l'astensione simbolica di una settimana dai lavori parlamentari.
Ora pare che il sequestro dei conti possa essere evitato. La chiave per perseguire questa opzione potrebbe essere trovata con la prestazioni di garanzie da parte di via Bellerio: "Per esempio una fideiussione o con un immobile, così potrebbero ottenere lo svincolo delle somme", spiega il procuratore capo Franco Cozzi. L'alto magistrato vuole così dimostrare la "piena consapevolezza" che negli uffici del Tribunale hanno "della funzione essenziale che un partito politico svolge muovendosi nell'ambito costituzionale."
Una dichiarazione che almeno in parte mostra di comprendere le ragioni di Salvini, quando il segretario della Lega si era detto indignato e furibondo per le conseguenze che un atto come il sequestro dei conti avrebbe avuto sulla dialettica partitica.
Le parole del pm peraltro sono state accolte con favore anche dal governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni, che ha dimostrato di apprezzare la scelta di non prendere "una decisione politica per ammazzare la Lega".
Ora tutto è rimesso alla buona volontà delle parti in causa. Più interlocutorio il segretario federale, che è tornato sull'argomento ieri sera a Porta a Porta: "Entro qualche giorno penso ricondurranno a normalità quello che non è nella normalità", ha auspicato Salvini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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