Trieste è stata destata tragicamente dal suo torpore e ha scoperto di non essere più una tranquilla città di provincia. Ieri pomeriggio due poliziotti sono stati uccisi all'interno della Questura da due rapinatori stranieri che avevano arrestato.
«I due fratelli autori della sparatoria erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo un'attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter, avvenuta nelle prime ore del mattino. Per motivi in fase di accertamento - si legge nella nota della Polizia - uno dei due ha distolto l'attenzione degli agenti e ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati».
Secondo altre fonti, uno dei due rapinatori avrebbe chiesto di andare in bagno e sarebbe riuscito a sfilare la pistola a un agente ha cominciato a sparare, colpendo mortalmente due poliziotti e ferendone altri tre. Poi ha tentato la fuga nei sotterranei della Questura e in seguito all'esterno, dove ha sparato di nuovo senza colpirli contro altri agenti della Squadra Mobile, i quali hanno risposto al fuoco ferendolo.
Gli agenti a terra sono stati subito soccorsi dai colleghi, che dopo qualche minuto hanno capito che non c'era più nulla da fare. «I colleghi della mobile hanno smesso di fare il massaggio cardiaco perché sono morti tutti e due - ha detto un funzionario della Questura - Un agente scelto e un agente, entrambi non superavano i trent'anni».
Si chiamavano Matteo De Menego, di Velletri, e Pierluigi Rotta, di Napoli. Nella sparatoria sarebbero rimasti feriti anche altri tre agenti ma nessuno di loro sarebbe in pericolo di vita.
Il killer dei poliziotti si chiama Alejandro Augusto Stefan Meran, 29 anni, dominicano, e sarebbe affetto da turbe psichiche. È lui quello rimasto ferito non in modo grave. Il fratello bloccato nei sotterranei si chiama Carlysle Stephan Meran, di 32 anni. Entrambi sono titolari di un permesso di soggiorno per motivi di famiglia.
Tanta la paura dei cittadini che hanno assistito alla scena. Una commerciante ha raccontato di aver «sentito sei spari, mi sono chiusa dentro il negozio. Poi i poliziotti urlavano: mani in alto e faccia a terra e ho sentito altri spari. Ho aspettato dieci minuti e mi sono affacciata: ho visto una persona a terra - ha detto la donna - con una pistola accanto e tre poliziotti che entravano di corsa in questura alla ricerca di un altro uomo. Ferma in mezzo alla strada un'auto aperta. Poi siamo dovuti rientrare, mentre sul posto sono arrivate tre ambulanze».
Particolarmente impressionante e drammatico il resoconto concitato di una poliziotta che si trovava all'interno della Questura e che è stato reso pubblico: «Siamo in ostaggio -dice la donna- sono in due hanno preso le pistole ai colleghi che li hanno arrestati, e hanno cominciato a sparare. Due colleghi sono feriti all'ufficio volanti, io non so niente stavo entrando ed ero senza pistola e mi sono rifugiata in uno scantinato»
Generale il cordoglio delle istituzioni. «Barbara uccisione», dice il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. «Tragedia che ferisce lo Stato», il commento del premier Giuseppe Conte. «Partirò immediatamente per Trieste per incontrare il questore e chiarire le dinamiche di questo evento drammatico», la reazione del presidente della Regione Massimiliano Fedriga.
Nel frattempo, il sindaco di Trieste Roberto Di Piazza ha proclamato il lutto cittadino, mentre il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, il capo della Polizia Franco Gabrielli sono subito partiti per il capoluogo giuliano.«Nessuna pietà per gli assassini», commenta il leader leghista Matteo Salvini.
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