La Corte europea: "A Bolzaneto fu tortura"

Strasburgo condanna l'Italia a risarcire una quindicina di persone fermate

La Corte europea: "A Bolzaneto fu tortura"

Gli atti commessi dalle forze dell'ordine a Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001 furono atti di tortura. Lo ha stabilito la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, che ha condannato l'Italia, stabilendo risarcimenti tra i 10 e gli 85 mila euro per una quindicina di persone, di otto nazionalità diverse, riconosciute vittime di vessazioni da parte dei tutori dell'ordine. Si tratta di soggetti rinchiusi fra il 20 e il 22 luglio nella suddetta caserma, che doveva fungere da centro per l'identificazione dei fermati, da smistare poi nelle diverse carceri italiane. Ma per tre giorni questa si trasformò in luogo di vessazioni, abusi verbali e psicologici tali, secondo i testimoni, da sconfinare in torture.

Il personale delle forze dell'ordine fu accusato di violenze fisiche e psicologiche e di mancato rispetto dei diritti fondamentali, quali quello a essere assistiti da un legale o di informare qualcuno del proprio stato di detenzione. Gli arrestati riferirono, inoltre, di essere stati costretti a stare ore in piedi, con le mani alzate, senza avere la possibilità di recarsi al bagno, cambiare posizione o ricevere cure mediche. Atti riconosciuti anche dalla Cassazione in Italia. Ma a molti questo non è bastato e hanno fatto ricorso a Strasburgo per violazione dei diritti umani. Con 11 di loro l'Italia ha trovato subito trovato un accordo, riconoscendo un risarcimento di 45mila euro in cambio della rinuncia a ogni altra azione legale. Gli altri, invece, sono andati avanti e ieri le loro rivendicazioni sono state accolte perché secondo la Corte europea lo stato italiano non ha condotto un'indagine efficace e nessuno dei responsabili è stato adeguatamente punito per la «mancanza del reato di tortura nel diritto italiano all'epoca degli eventi» e perché tutti gli atti di violenza erano già prescritti quando si giunse al processo.

Ieri la Corte di Strasburgo ha preso posizione anche sul ricorso presentato da Andrea Cirino e Claudio Renne (morto a gennaio), che nel 2004 furono sottoposti a tortura nel carcere di Asti e ora avranno diritto a un risarcimento di 88 mila euro ciascuno. Cirino, torinese, in seguito a un alterco con una guardia venne picchiato e messo in una cella senza materasso, lasciato nudo e senza cibo per una settimana, con botte a più riprese e senza poter incontrare il suo legale.

Trattamento simile per Claudio Renne, che in seguito alle violenze fu poi ricoverato in ospedale. Quattro guardie carcerarie vennero sottoposte a provvedimento disciplinare, una misura ritenuta però non sufficiente dai giudici europei.

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