Così il Cavaliere in clinica ha sbloccato l'impasse. "Questi sono ragazzini"

Dal San Raffaele il leader azzurro ha sentito prima Casini e Letta, poi il capo dello Stato

Così il Cavaliere in clinica ha sbloccato l'impasse. "Questi sono ragazzini"

Sono le 12.51 quando le agenzie di stampe battono un flash: «Berlusconi sente Mattarella: c'è il sostegno di Forza Italia per la rielezione». Ed è quello il momento in cui si capisce che il Quirinale non cambierà inquilino. E infatti a sera, quando arriva il crisma dell'ufficialità con la chiusura dello spoglio dell'ottava votazione, il commento del leader di Forza Italia è di puro sollievo e di soddisfazione. «Siamo riusciti - commenta Berlusconi con un moto di orgoglio - a confermare un presidente che nel corso di questi sette anni ha difeso gli interessi del Paese salvaguardandone l'unità». Un risultato che, con l'investitura di MarioDraghi alla guida dell'esecutivo, segna sicuramente il riscatto della politica nell'ultimo scorcio di questa diciottesima legislatura.

La lunga e tribolata pagina delle elezioni per il quattordicesimo presidente della nostra Repubblica si allunga tra due gesti che portano entrambi la firma di Silvio Berlusconi. Dal suo passo indietro di sabato 22 gennaio (perché la sua candidatura era considerata dal Pd «divisiva») per senso di responsabilità nei confronti delle istituzioni («ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare a indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica»), alla telefonata a Mattarella per annunciare il sostegno degli azzurri e quindi per esortare il Capo dello Stato a rimanere al Quirinale in nome della «stabilità in un momento altamente delicato».

Dalla sua stanza del San Raffaele, venerdì sera, Silvio Berlusconi ha parlato al telefono prima con Pier Ferdinando Casini e poi con Enrico Letta. Il leader azzurro - che oggi dovrebbe essere dimesso - si è ripreso i panni di kingmaker dopo il passo falso della candidatura della Alberti Casellati come candidato «istituzionale» del centrodestra.

La telefonata più importante, però, è quella a Mattarella. «Questi si sono dimostrati dei ragazzini» si è lamentato il leader azzurro parlando con il capo dello Stato. Alta l'irritazione per il modo in cui sono state condotte le trattative.

Stabilita l'impossibilità di un dialogo tra i diversi soggetti che compongono l'arco parlamentare, Berlusconi ha convenuto con Letta e che l'unica soluzione possibile era una candidatura che fosse specchio dell'attuale maggioranza di governo. Quella maggioranza di unità nazionale che lo stesso Berlusconi è stato chiamato a sostenere un anno fa per evitare al Paese pericolosi salti nel buio.

«Questo è il momento dell'unità - spiega in un tweet comparso ieri pomeriggio dopo che i media avevano rilanciato la notizia della disponibilità di Mattarella per un secondo mandato - e tutti dobbiamo sentirlo come un dovere. Ma l'unità oggi può ritrovarsi soltanto intorno alla figura del presidente Sergio Mattarella, al quale sappiamo di chiedere un grande sacrificio, ma sappiamo anche che glielo possiamo chiedere nell'interesse superiore del Paese, quello stesso che ha sempre testimoniato nei sette ani del suo altissimo mandato». Impegno che gli è valso anche il riconoscimento da parte del leader del Movimento Cinquestelle, Giuseppe Conte, che ieri in conferenza stampa non soltanto ha ringraziato Berlusconi per il passo indietro ma anche per la sensibilità istituzionale con cui ha spinto il nome di Mattarella.

Le telefonate delle ultime ventiquattro ore dimostrano un attivismo da parte del presidente azzurro che in verità non è mai venuto meno nemmeno nei giorni più difficili della degenza al San Raffaele, quando è rimasto in costante contatto con i dirigenti di Forza Italia.

Gli stessi che ieri è tornato a ringraziare pubblicamente per il lavoro portato a termine.

Ancora una volta il contributo del leader azzurro è stato determinante per uscire da una pericolosa impasse. Come sette anni fa quando, come ha rivelato lo stesso Gianfranco Rotondi, Berlusconi lo invitò a fare votare il suo gruppo per Sergio Mattarella e sbloccare la sua ascesa al Colle più prestigioso del Paese.

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