La volontà della Lega e di Matteo Salvini di strutturare a livello nazionale il partito in dipartimenti entra nel vivo e, un po’ attraverso incontri mirati e informali, un po’ con eventi e iniziative pubbliche, l’attività dei singoli dipartimenti porta i primi risultati sia da un punto di vista aggregativo sia di contenuti e idee. In particolare si sta distinguendo il progetto della senatrice Lucia Borgonzoni, responsabile nazionale del dipartimento Cultura che ha organizzato un primo evento pubblico la scorsa settimana a Catania intitolato “Dall’egemonia culturale alla libertà della cultura” in cui sono intervenuti, oltre alla Borgonzoni, Claudio Borghi, Vittorio Sgarbi, la direttrice di Naxoslegge Fulvia Toscano, il critico d’arte Angelo Crespi e gli assessori alla cultura e identità della regione Sicilia Alberto Samonà e Calabria Nino Spirlì, moderati da Maria Giovanna Maglie.
Non è un caso la presenza di due assessori regionali alla cultura poiché, come spiega la Borgonzoni: “con il dipartimento cultura è stata fatta una prima riunione a fine luglio in cui sono stati messi in rete gli assessori regionali. L’obiettivo è allargare il progetto a tutto il centrodestra che ad oggi governa in quindici regioni”.
La senatrice leghista traccia le coordinate dei temi principali di cui si dovrebbe occupare la rete culturale che sta nascendo; dalla necessità di riscoprire le tradizioni e i dialetti locali, fino all’importanza delle nostre radici poiché “senza radici non può esistere futuro”. Non solo una visione ideale ma anche iniziative concrete come l’opposizione alla Convenzione di Faro o al progetto del “Netflix della cultura”, una piattaforma in cui trasmettere contenuti online che rischia di colpire gli operatori culturali e al tempo stesso dà il potere a chi la controlla di scegliere i contenuti e i messaggi da veicolare.
Il rischio è una deriva del politicamente corretto denunciata qualche settimana fa anche da Carlo Verdone nel mondo del cinema: “vorrei invitarlo agli stati generali della cultura che la Lega sta organizzando a Roma per fine anno” afferma la Borgonzoni.
In parallelo all’attività del dipartimento cultura, all’interno della Lega emergono altri progetti e iniziative importanti, in ambito identitario va segnalato il lavoro del vicesegretario federale Lorenzo Fontana, attento ai temi valoriali, mentre Giancarlo Giorgetti si sta occupando con alcuni imprenditori e intellettuali del progetto di un quotidiano politico modello “Il Foglio” di destra. Secondo Dagospia sono stati interpellati Alessandro Giuli, Giulio Meotti oltre a Giovanni Orsina, Giulio Sapelli e Marcello Pera ma sono anche altri i nomi coinvolti. Figure che si uniscono a intellettuali che offrono il proprio contributo di pensiero al progetto leghista come il poeta Davide Rondoni o lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco. Pur mantenendo un'indipendenza dal partito, tra le voci più condivise c'è quella Daniele Capezzone che ha da poco pubblicato il libro "Likecrazia" mentre numerosi sono i giornalisti apprezzati tra cui Francesco Borgonovo.
Trait d’union in ambito culturale tra la Lega delle origini e la nuova Lega, è il giornalista e critico d’arte Angelo Crespi che, coinvolto dall’inizio nell’esperienza della rivista Terra Insubre, oggi pone l’attenzione sul ruolo che la Lega svolge avendo l’assessorato alla cultura della Sicilia e della Lombardia: “la Lega è il partito con il maggior numero di assessori alla cultura nelle regioni, occorre perciò un progetto che, oltre a superare il pericolo del politicamente corretto, riesca a intaccare la nuova egemonia culturale rappresentata dalla burocrazia minuta della sinistra nelle amministrazioni e nel locale”.
Cultura e identità vanno perciò a braccetto, una posizione condivisa dalle varie anime che compongono la Lega, da quella più antisistema a quella più sovranista, dall’anima conservatrice alla componente liberale classica che si sta sviluppando in seno al partito come spiega il filosofo Corrado Ocone secondo cui “la Lega deve articolare il suo discorso per renderlo spendibile in un agone internazionale ed europeo. Recuperare sovranità vuol dire democratizzare i processi europei tenendo considerazione comunità, popoli. La Lega è un partito postideologico ma bisogna insistere sul mondo delle imprese, non si può pensare a un’economia di sussidi”.
La necessità di una svolta culturale per la Lega rappresenta un passaggio importante, in particolare in una prospettiva a medio-lungo termine.
Strutturare un’offerta politica che sia in grado di parlare ad alcune anime del paese e della società civile che si sono allontanate dalla destra, sottolineare l’importanza di battaglie di carattere valoriale, costruire una classe dirigente in grado di svolgere ruoli di responsabilità, sono passaggi imprescindibili a cui è necessario lavorare per tempo onde evitare di farsi trovare impreparati nel momento in cui si andrà al governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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