Diatribe linguistiche con la Meloni, occupazione della Sapienza e ritorno del ddl Zan. La sinistra, che attacca il centrodestra di essere illiberale, si fa promotore di una serie di iniziative di censura.
Se molto si è detto in questi ultimi giorni sulla scelta del neo premier Giorgia Meloni di usare l'appellativo al maschile per indicare il suo ruolo, “il presidente del Consiglio”, troppo poco si è parlato delle proteste dei collettivi studenteschi all'Università La Sapienza. L'obiettivo era quello di impedire lo svolgimento di un convegno sul capitalismo organizzato dai giovani universitari di destra a cui era stato invitato Daniele Capezzone. “La volontà reale che c'era dietro questa azione era impedire l'agibilità politica della destra all'interno della Sapienza, negandole il diritto di esprimere le proprie idee e di seguire le lezioni”, spiega a ilGiornale.it il deputato di Fratelli d'Italia Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, che era stato invitato a questo dibattito e che non ha partecipato solo perché impegnato nel votare la fiducia al governo Meloni. “Questa vicenda non ha nulla a che fare col legittimo diritto al dissenso. Si professano democratici, ma democratici non sono”, dice Roscani rivolgendosi ai collettivi studenteschi, fermamente convinto che alla Sapienza fosse presente anche il mondo dell'estrema sinistra romana. E aggiunge: “Era già successo in passato che formazioni di estrema sinistra abbiano tentato di boicottare le iniziative di Azione Universitaria”.
In Parlamento, invece, la censura della sinistra ha il volto del deputato Alessandro Zan che ha ripresentato sul ddl contro l'omotransfobia. Quel ddl che il deputato piddino non era riuscito a far approvare nella legislatura appena trascorsa, oltrettutto a causa dei franchi tiratori del Pd. È assai improbabile che venga approvato ora che in Parlamento vi è una maggioranza schiacciante del centrodestra. “Il problema di questo ddl è che introduce un reato d'opinione la cui definizione resta totalmente vaga per cui priva della libertà di parola per paura che un magistrato male interpreti le opinioni di chiunque voglia esprimersi sull'argomento”, avverte il senatore meloniano Lucio Malan che ricorda come in altri Paesi europei è già successo che predicatori e sacerdoti sono stati processati, tra cui l'ex primo ministro finlandese, “reo soltanto di aver citato la bibbia”. Il senatore di Fratelli d'Italia guarda con grande preoccupazione sia al ddl Zan sia alla strategia nazionale Lgbt dell'Unar. A tal proposito, dice:“Non capisco, infatti, perché gli studenti possano essere esonerati dalle lezioni di religione, ma non si possa chiedere l'esenzione dai corsi tenuto nelle scuole dalle organizzazioni Lgbt”.
Che il Pd sia totalmente appiattito sulle posizioni delle lobby Lgbt lo si è visto di recente anche nel Comune di Roma quando il capogruppo della Lega in Campidoglio, Fabrizio Santori, si è visto negare una sala di Palazzo Senatorio per svolgere il suo convegno sul gender. “Il Comune, infatti, non può vietare la sala, a meno che l'evento non sia anticostituzionale”, dice l'esponente romano del Carroccio, annunciando la sua volontà di denunciare il sindaco Roberto Gualtieri e il suo capo segreteria “per omissioni d'atti d'ufficio” dal momento che a Santori non è mai pervenuto alcun documento amministrativo con le motivazioni per la mancata concessione della sala. “La verità è che non sono graditi né gli argomenti né le associazioni pro-family e la maggioranza che sostiene Gualtieri ha al suo interno dei consiglieri che stanno già facendo la campagna elettorale per le Regionali accanto alle associazioni Lgbt”, attacca il leghista Santori.
La strategia della sinistra, che si definisce democratica, a livello locale e nazionale, è chiara: tappare la bocca a chiunque professi idee diverse. O con atti amministrativi e legislativi oppure con le rivolte com'è successo alla Sapienza. Qualsiasi mezzo è lecito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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