Covid, l'inchiesta che fa tremare i giallorossi

Le spade di Damocle della commissione voluta da Fdi e i pm di Bergamo

Covid, l'inchiesta che fa tremare i giallorossi

Il Covid e la disastrosa gestione della pandemia del duo Giuseppe Conte-Roberto Speranza entrano in campagna elettorale. Merito di Giorgia Meloni e della sua richiesta di una commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione del piano pandemico, decisa a tavolino da governo, ministro della Salute e Cts. Le critiche di Fratelli d'Italia che Speranza ridicolizza come «idee No Vax» nascondono il terrore che vengano cristallizzate le responsabilità dell'esecutivo Ms5-Pd (su tutte l'aver anteposto il parere dei tecnici, tanto da candidarli, al primato della politica come alibi alla propria insipienza) in attesa che presto o tardi la Procura di Bergamo metta ordine tra mail, sms e whatsapp vorticosamente scambiati nei giorni dello scoppio della pandemia tra Conte, Speranza e dirigenti della Sanità e dei ministeri e ricostruisca la filiera di sciatteria, incapacità e azzardi che ha portato a quasi 180mila morti - tremila per milione di abitanti, la cifra peggiore di tutto l'Occidente stando ai dati statistici di Worldometer - nonostante una delle più severe normativa anti Covid, dal lockdown al discusso obbligo vaccinale per lavorare. Misure sul filo delle libertà personali e della legittimità costituzionale ma necessarie proprio per l'approccio disastroso dell'esecutivo giallorosso alla pandemia.

Speranza non ha ancora mai spiegato la miopia sulla terapia domiciliare tutta tachipirina e vigile attesa, demolita dai due scienziati italiani che hanno studiato come il paracetamolo potesse «esacerbare» il Covid, ipotesi circolata sin da maggio 2020 e di cui Il Giornale ha scritto per primo già il 2 febbraio scorso, ormai recepita da buona parte della comunità scientifica internazionale eppure difesa strenuamente davanti a Tar e Consiglio di Stato.

È del fallimento conclamato di alcune di queste misure che qualcuno dovrà rispondere nelle urne. Esiste un partito dichiaratamente No Pass e No Vax, Italexit di Gianluigi Paragone, che i sondaggisti accreditano di un abbondante 3% anche grazie alla presenza in lista di uno dei legali delle vittime della Bergamasca, Consuelo Locati, che da sempre si batte per la commissione. Ma la platea dei delusi dalle cure anti Covid è sterminata, dai pasdaran anti vaccino ai «forzati» della terza dose che non li ha risparmiati dal contagio. Ci sono milioni di italiani che hanno creduto allo Stato come è doveroso ma ora pretendono risposte, tanto che alcuni potrebbero tornare a votare dopo anni di astensionismo. Ad essere ambiguo su questi temi non è la Meloni ma il ministero che Speranza guida da ormai tre anni. Ecco perché serve una commissione parlamentare stile David Rossi, che affianchi il lavoro dei magistrati senza sovrapporsi.

A meno che a scrivere la storia sia solo la Procura di Bergamo, anche grazie al report curato da Andrea Crisanti, in lista col Pd perché «di sinistra dai tempi di Enrico Berlinguer», un tecnico di cui si è servito Speranza che vuole essere «legittimato dai voti», un potenziale Cavallo di Troia dei pm dentro le mura del Pd. Chissà se a Enrico Letta qualche Laocoonte ha detto: temo i tecnici e i regali che portano...

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