Chi non è un bullo o un violento finisce bullizzato o subisce aggressioni sessuali. E a volte tenta di farla finita. Il dato lanciato ieri dal Bambino Gesù di Roma in occasione della Giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio per domenica 10 settembre, alla vigilia di un convegno organizzato dall'Ospedale pediatrico della Santa Sede, è allarmante: sono 387 i casi registrati nell'ultimo anno al per tentato suicidio e ideazione suicidaria tra i giovani e i giovanissimi: l'età media è 15 anni, il 90% di chi pensa di farla finita per sempre sono ragazze, vittime di atti di violenza non dichiarata ma anche depressione o disturbi d'ansia, tra le patologie psichiatriche maggiormente correlate al suicidio.
La statistica dell'ospedale romano è impressionante e dà la dimensione di un fenomeno per molti inaspettato. Nel 2022 le consulenze neuropsichiatriche effettuate al solo pronto soccorso dell'ospedale pediatrico sono state oltre 1.500.
In pratica, ogni giorno almeno quattro tra bambini e ragazzi accedono in emergenza per problematiche mentali. I ricoveri nel reparto protetto di Neuropsichiatria, dove vengono gestiti i casi più complessi, sono stati 544, con un aumento del 10%, e il 70% di queste ospedalizzazioni ha riguardato casi di ideazione suicidaria o di tentato suicidio. Per questo il Bambin Gesù ha messo in piedi un percorso clinico di alta assistenza per l'autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva.
Nonostante l'Italia sia uno dei Paesi con un tasso più basso al mondo, non stupisce che secondo l'Istituto superiore della Sanità il suicidio sia la seconda causa di morte nel nostro Paese nei giovani tra 15 e 24 anni, preceduta solo dagli incidenti stradali. L'autolesionismo riguarda in Europa circa un adolescente su 51. In Italia - riporta la Sinpia, la Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza - i disturbi neuropsichici dell'età evolutiva colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, tra il 10% e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale nella fascia d'età 0-17 anni, con manifestazioni molto diverse per tipologia, decorso e prognosi. La loro incidenza è in ascesa: in meno di 10 anni è raddoppiato il numero di bimbi e adolescenti seguiti nei servizi Npia.
Tagli, ferite, bruciature di sigarette sul corpo sono l'impronta digitale di un autolesionismo che inizia da bambini ed è sempre più crescente tra i ragazzi dai 13 anni 17 anni, che covano veri e propri comportamenti suicidari, che pensano di togliersi la vita o ci provano, fortunatamente per molti senza conseguenza. Secondo gli esperti della Sinpia «rispetto al periodo pre-Covid sono circa il 27% in più i ragazzi e le ragazze che provano a togliersi la vita. Il lockdown ha acuito e accelerato un trend già in aumento anche per l'emergenza bullismo/cyberbullismo.
«La depressione e i disturbi d'ansia tra i giovanissimi sono in aumento esponenziale da anni - sottolinea Stefano Vicari,
responsabile di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ospedale e ordinario all'università Cattolica - Siamo di fronte a una vera e propria emergenza psichiatrica, i numeri del Bambin Gesù lo confermano».
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