Lo scontro Grillo-Conte mina le basi, già fragili, dell'alleanza Pd-Cinque stelle. Si teme l'effetto a cascata in vista delle elezioni comunali in autunno.
Al Nazareno scatta l'allarme: la resa dei conti in casa grillina mette a rischio le intese elettorali già benedette da Conte, Letta e Speranza. I riflettori sono puntati Napoli, in Calabria, dove si voterà per eleggere il presidente della Regione, Milano e Torino. Ma c'è il timore che anche a Roma, in caso di ballottaggio tra Roberto Gualtieri (Pd) ed Enrico Michetti (centrodestra), i grillini vadano a briglia sciolta e possano votare contro il candidato dem al secondo turno.
In altre città, Napoli e Torino, la partita delle alleanze potrebbe addirittura riaprirsi con l'addio dell'avvocato di Volturara Appula al Movimento.
Nella sua prima uscita pubblica Conte ha scelto Napoli per mettere il sigillo sul candidato sindaco Gaetano Manfredi (nel tondo), ex ministro dell'Università del suo governo. Tant'è che tra i democratici campani circola la battuta: «Manfredi è il candidato dei Cinque stelle».
Anzi c'è un altro aspetto da non sottovalutare: Manfredi prima di sciogliere la riserva sulla candidatura ha preteso l'impegno di Letta e Conte dell'approvazione di una legge salva Napoli. Ora chi rispetterà il patto? Solo Letta. Sul laboratorio Napoli si gioca tutto è il presidente della Camera Roberto Fico, tra gli sponsor dell'asse con il Pd.
All'indomani dello strappo Grillo-Conte, si apre la prima crepa. Un gruppo di consiglieri regionali e comunali del M5S ha chiesto a Grillo di togliere il simbolo a Manfredi e valutare l'ipotesi di correre con un proprio candidato.
Il candidato sindaco va avanti: «Il mio programma si basa sulle cose concrete da fare per la città, chi mi sostiene e si riconosce in esso lo farà fino alla fine», risponde a chi gli chiede se è preoccupato dal caos dei Cinque stelle. Restando in Campania, la paralisi in casa grillina dà la il colpo mortale alle possibilità, già residue, di vedere una lista con il simbolo del M5S a Salerno. Dopo Napoli, la Calabria è la seconda terra dove Conte ha voluto metterci la faccia: l'ex presidente del Consiglio ha incontrato a Roma Maria Antonietta Ventura, candidata di area Pd per la guida del Regione.
L'addio Conte riapre la partita dove potrebbe ritornare in campo il candidato del Pd Nicola Irto. Mentre i Cinque stelle non escludono l'opzione di un appoggio al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, in corsa per la presidenza della Calabria alla testa di un movimento di sinistra. Salta l'intesa anche nella città di Torino. Conte e Letta stavano lavorando a un accordo (già difficile) sul nome Stefano Lo Russo, vincitore delle primarie democratico. Nome su cui erano forti le perplessità dei grillini torinesi. Lo stallo rilancia le quotazioni di una ricandidatura del sindaco uscente Chiara Appendino: soluzione su cui stanno lavorando sia il ministro degli Esteri Luigi di Maio che Beppe Grillo. Il pressing è cresciuto nelle ultime ore. A Milano i Cinque stelle risultano non pervenuti: Conte era favorevole all'intesa con Beppe Sala.
Ma da ieri ritorna di moda il nome dell'ex sottosegretario Stefano Buffagni. C'è poi Bologna: le primarie hanno premiato il lettiano Matteo Lepore. Appoggio scontato dei Cinque stelle con Conte alla guida: ora il quadro dell'alleanza può cambiare anche a Bologna.
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