Il termometro della situazione in Italia lo fornisce il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite della festa del Foglio a Firenze: «Sto pensando di annullare la festa delle Forze Armate che si tiene il 4 novembre, di non farla quest'anno, perché non penso sia giusto aumentare un fattore di rischio, non è una manifestazione normale. Perché devo rischiare di dare un palco ad un pazzo o una serie di pazzi che vogliono fare qualcosa di significativo? Io ho l'obbligo di pensare al peggio». La decisione non ancora ufficiale - resterebbero comunque in programma le celebrazioni al Milite Ignoto e quella a Cagliari, dove è prevista la presenza del presidente della Repubblica - è motivata dallo scenario preoccupante che il titolare della Difesa vede all'orizzonte, «l'orlo di un precipizio» se il conflitto si estendesse ad altri paesi. «Quello che può succedere nei prossimi giorni può avere un effetto molto forte dal punto di vista dell'influenza sulla comunità occidentale figurarsi sulla comunità araba o islamica» dice il ministro (che per motivi di sicurezza ha disposto il rientro dei 22 carabinieri che compongono il contingente italiano a Gerico, in Cisgiordania). In Francia le conseguenze si sono già materializzate con l'attentato omicida in un liceo di Arras, per l'Italia il Viminale parla di un «altissimo livello di attenzione» ma evita toni allarmistici. «Non ci sono rischi immediati» assicura il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Crosetto, forse per prudenza, fa un quadro più pessimistico. «Prepariamoci ad aiutare la parte più debole del Paese che da questi scossoni rimane più colpita» avverte. Come già per il conflitto in Ucraina, anche quello tra Israele e Hamas arriverà anche in casa nostra, «avrà effetti anche su di noi e dobbiamo prepararci». Il ministro della Difesa si riferisce anche a specifiche conseguenze a cui è più esposta l'Italia, «perché fenomeni di questo tipo aumentano il rischio di immigrazione» e in questo momento il rischio «è che non sempre ci sia un'immigrazione di povertà ma anche di soggetti che arrivino per fare del male. Quindi va aumentato ancora di più il controllo perché non possiamo permetterci adesso di far entrare persone che verrebbero a combatterci». Già nelle scorse settimane le forze di polizia hanno intercettato sui barconi diversi migranti «sospetti» di radicalismo, potenziali terroristi, identificati e rispediti nei Paesi di provenienza grazie ad una procedura semplificata sulle espulsioni per motivi di sicurezza nazionale. Già si segnalano arrivi dalla Palestina, una crisi umanitaria potrebbe aumentare la pressione migratoria sull'Italia. Nelle parole di Crosetto c'è anche il timore per conseguenze sul piano economico sulla «parte più debole del Paese», già sperimentate con la guerra in Ucraina e gli effetti inflazionistici sul carrello della spesa. Un allarme è arrivato da Bankitalia sulle «tensioni geopolitiche - legate sia al conflitto in Ucraina sia ai feroci attentati dei giorni scorsi in Israele -, che generano forte incertezza circa le prospettive di crescita». Per il Cnel l'elemento di instabilità data dal conflitto israelo-palestinese «potrebbe produrre effetti ancora più squilibranti della guerra in Ucraina, con problemi sul piano energico ben superiori a quelli già vissuti», ha spiegato Renato Brunetta, presidente del Cnel, in audizione alle Commissioni riunite Bilancio Camera e Senato sulla nota di aggiornamento al Def. I rischi riguardano i prezzi di benzina e bollette.
È ancora l'approvvigionamento di gas il fianco scoperto dell'Italia. Dal 2022 il nostro primo fornitore, cono circa il 36% del gas importato, è l'Algeria, paese che ha definito «attacchi brutali» le operazioni di Israele a Gaza.
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