Le destre, già. Tolgono il sonno a Letta e compagni. Quando si avvicinano le urne, partono le notti insonni, quelle agitate, fatte di continui incubi e risvegli madidi di sudore. Incubi costellati sempre da teste rasate che sventolano il Tricolore intonando l'Inno d'Italia. Poi, dall'alba al tramonto, si attaccano a tutti i mezzi di informazione per urlare l'allarme: "Il fascismo sta tornando", "La nostra Costituzione in pericolo", e così via. Chissà se ci credono davvero. Verrebbe da sperare di no. Altrimenti significherebbe dubitare seriamente del loro QI. Ogni scrutinio, infatti, smentisce i loro presagi neri: le formazioni di estrema destra (fasciste, direbbero loro) non raggiungono nemmeno un punto percentuale. Si fermano prima. Zero virgola. Eppure ogni volta, appena si avvicina il voto, eccoli di nuovo a impanicarsi.
E dopo le elezioni? Si tranquillizzano? Macché. L'agitazione resta. A quest'ultimo giro si sono tutti accaniti contro la Meloni. "Ha un passato fascista", Non può governare". Questi i più "teneri", per usare un eufemismo. "Buffona", "Borgatara", "Trash". Giusto per citarne alcuni tra i più beceri. Prima di lei, attraverso le stesse Forche Caudine, erano passati Berlusconi e Salvini. Stessa violenza, stesso trattamento. Da quando i sondaggisti hanno preso a premiarla, il mirino si è spostato sulla leader di Fratelli d'Italia. In lei i dem vedono un passato fascista che non esiste. Difficile dire se ci credono davvero. Forse, facciamo loro un favore a scrivere che si tratta solo di montatura ideologica, di odio atavico contro l'avversario, di sproloquio. Altrimenti come si fa a non rider loro in faccia quando la accusano di difendere la razza bianca solo perché contraria allo ius scholae?
Lo ius scholae è uno ius soli mascherato. Cinque anni fa il centrodestra si era battuto per non bloccarlo. Ci era riuscito. Ora Pd e 5 Stelle sono tornati alla carica sbianchettando e correggendo qua e là la vecchia legge. Il risultato non è poi così diverso. Pure la propaganda è la stessa usata nel 2017: l'immagine di un milione di bambini seduti al banco, gomito a gomito coi compagni italiani, tristi e umiliati perché non hanno la cittadinanza.
Va da sé che non è certo questo il motore che li spinge a battersi per lo ius scholae. Ma è su questo che la sinistra preme l'acceleratore. Su questo e sugli insulti di razzismo a Salvini e Meloni. In entrambi i casi una lettura estremamente distorta e partigiana della realtà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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