«L'avversario politico va sempre rispettato». Paola Ferrari, storica giornalista sportiva Rai e conduttrice televisiva, sa benissimo cosa sia il fair play, ma quando ha sentito le parole del suocero Carlo De Benedetti rivolte a Giorgia Meloni ha sentito il dovere di scendere in campo.
«Figurina», «fenomeno da baraccone» che dimostra demenza". Cosa ha pensato?
«Io sono una giornalista del servizio pubblico e cerco sempre di stare abbastanza distante da prese di posizione politiche, in questo caso però mi sono sentita particolarmente toccata perché le parole dell'Ingegnere mi hanno turbato e mi hanno ferito prima di tutto».
In che senso?
«Sono parole disgustose, gravi, offensive verso una persona che stimo e di cui conosco le qualità e il valore. Parole nei confronti di una donna, e non sto qui a fare differenze di steccati perché sarebbero state gravi anche nei confronti di un uomo, però come donna ti toccano».
Altro?
«E poi mi sono anche messa nei panni dei milioni di italiani che hanno scelto volontariamente di votare Meloni e devono essere rispettati».
Lei insiste molto sul rispetto.
«Sono una che rispetta il pensiero di tutti. Da sempre io e mio suocero siamo divisi da quello che riguarda l'orientamento politico, ma questa non è una cosa che mi ha mai spaventato perché penso che nelle differenze ci sia il valore del pensiero».
La sua simpatia per la Meloni non è ignota però.
«Si sa che sono solidale con lei da quando si è candidata a sindaco di Roma perché la stimo. Ho evitato durante la campagna elettorale di esprimere posizioni perché il mio ruolo deve essere un po' equidistante dalla politica».
Stavolta ha sentito il bisogno di intervenire.
«Chi mi conosce sa che io non parlo mai della famiglia di mio marito, poi mio suocero è il nonno dei nostri figli e quindi cerco sempre di non commentare delle situazioni che magari non condivido, però in questo caso ho pensato che fosse giusto far sentire la mia voce perché volevo assolutamente dissociarmi da questo, dire che non lo condivido ovviamente nei modi, nei termini».
Da sinistra nessuna solidarietà.
«Mi avrebbe fatto piacere, ma mi aspetto sempre poca solidarietà dalla sinistra».
Perché questo pessimismo?
«Lo dico per esperienza personale, io sono stata attaccata come donna molte volte e nessuna donna dI sinistra mi ha mai difeso, anzi».
Nessuno ha difeso le istituzioni.
«Io su questo ho una posizione molto ferma. Lo stesso vale per la magistratura. Il Paese e la nazione devono venire prima di tutto».
Non si è pentita, insomma, di aver detto la sua.
«Faccio fatica a parlare della famiglia di mio marito dalla quale sono distaccata da
molti anni e cerco di non mettere mai in piazza certe situazioni innanzitutto per rispetto di mio marito e dei miei figli, questa volta ho sentito il dovere di farlo perché ogni tanto bisogna avere il coraggio di parlare».
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