De Rienzo e l'ipotesi overdose. "La polvere in casa era eroina"

I risultati delle analisi dei Ris sulla sostanza rinvenuta nell'abitazione dell'attore. Ora è caccia allo spacciatore

De Rienzo e l'ipotesi overdose. "La polvere in casa era eroina"

Uno «schizzo» da 20 euro. Eroina purissima ma con il solo 10 per cento di principio attivo. La polvere chiara, non bianca, trovata in casa di Libero De Rienzo, secondo il rapporto consegnato dal Ris dei carabinieri in Procura, sarebbe una dose da pochi euro.

Eroina «da strada» tagliata al 90 per cento con sostanze non particolarmente tossiche. Comunque non in grado di provocare la morte, a meno che non si ipotizzi un mix letale con altri farmaci. Come i sedativi, forti calmanti, trovati nell'appartamento in via Madonna del Riposo 49, nel quartiere Aurelio. Dalla bustina sarebbero state prelevate tracce biologiche, DNA, all'esame degli esperti. A pochi giorni dalla morte assurda del protagonista di «Fortapàsc», vincitore del David di Donatello per «Santa Maradona», la caccia al fornitore della «roba» è già cominciata. Se verrà confermato il malore in seguito all'assunzione di droga, il pusher sarà accusato di «morte come conseguenza di altro reato», come dal fascicolo aperto dai pm D'Elia e Minisci, altrimenti solo di spaccio. Se, invece, si trovava con la vittima, il reato potrebbe diventare omissione di soccorso se non omicidio. Molti i punti da chiarire, insomma. Primo. De Rienzo aveva fatto uso di un'altra dosa di eroina, simile a quella trovata in casa? Fumata, come si intuisce dal post su Instagram accanto al posacenere zeppo di cicche di sigarette, e provocare il malore e l'arresto cardiaco.

Un quesito che solo l'autopsia, che sarà eseguita stamattina all'Istituto di Medicina Legale del policlinico Gemelli alla presenza di un perito della famiglia, potrà chiarire. Magari supportata dall'esame tossicologico, un test lungo settimane, sul cadavere del 44enne. Due: cosa c'era nel posacenere sequestrato dai carabinieri? Di certo c'è che De Rienzo fumava sigarette. E fra quello che rimane di queste c'è anche il filtro bianco di una bionda «rollata» a mano, o di uno spinello. Amici e parenti avrebbero escluso che l'attore utilizzasse tabacco per confezionarsi sigarette «fai da te». Allora? Le analisi di laboratorio dovranno accertare a quali sostanze appartengono i resti trovati nel mozzicone bianco. Se di solo tabacco, di hashish o di eroina. Quest'ultima è l'ipotesi più probabile visto che nell'appartamento non sono state trovate siringhe o pipette adatte allo scopo. Se il «fuoco» da accendere, come scrive De Rienzo sui social pochi minuti prima della morte mercoledì notte, sia quello testimoniato dalla «canna» lo potranno confermare le analisi sui residui combusti. Tre: le ha fumate tutte lui quelle sigarette e la canna, o in casa c'era davvero qualcuno? L'esame del DNA sui resti bruciati potrà chiarire anche questo aspetto di una vicenda tutt'altro che lineare. Fra le ipotesi è che il pusher sia entrato nel mezzanino dei De Rienzo e si sia fermato a farsi una fumata d'eroina assieme al suo cliente, magari per prova, lasciandogli poi l'altra dose, quella trovata in salone.

Forti calmanti e altro, dunque, potrebbero aver provocato il collasso e la morte. L'esame delle telecamere della zona, acquisite in parte dagli inquirenti, potrebbe invece dimostrare che era solo.

Sarebbero cominciati, d'altro canto, gli esami dei tabulati telefonici e delle chiamate fatte e ricevute fin da mercoledì mattina, quando De Rienzo era ancora vivo, memorizzate sul suo smartphone. Gli investigatori, infine, sono alla ricerca di testimoni che possono aver visto De Rienzo con il pusher.

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