Def e Alitalia, Tria resiste all'offensiva di Di Maio

Il ministro è deciso a restare. Visco (Bankitalia): «Non abbassare la guardia sul debito pubblico»

Def e Alitalia, Tria resiste all'offensiva di Di Maio

Sempre più all'angolo. Schiacciato dalle due anime del governo anche sulla questione Alitalia, il ministro dell'Economia Giovanni Tria continua a restare in equilibrio su un filo. Le sue resistenze al ritorno dell'azionista pubblico nel salvataggio della compagnia di bandiera, alimentano sempre di più le voci di un imminente rimpasto ma anche domande sul perché il ministro si ostini a rimanere al suo posto.

I rapporti con il vicepremier Luigi Di Maio sono tesissimi. Quest'ultimo è sempre più diffidente nei confronti del responsabile del Tesoro, a sua volta irritato per essere stato tagliato fuori dalle decisioni su Alitalia, di competenza del suo ministero. E poi Tria è notoriamente attento ai rapporti con l'Unione Europa, che si teme possa aprire una procedura di infrazione. Ma il governo gialloverde non ha intenzione di arretrare, anzi vuole fare presto, tanto da prevedere una tabella di marcia serratissima per il piano di salvataggio che vuole il ritorno dell'azionista pubblico con una new company partecipata anche da Ferrovie. Già in settimana è in programma una riunione a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini per decidere le prossime mosse necessarie a rimettere in piedi la compagnia, sulle quali i tre sarebbero compatti ma preoccupati per le resistenze che arrivano da via XX settembre. Anche il ministro Salvini è convinto di mantenere Alitalia in un piano strategico nazionale e invita Tria a «rispettare come tutti il contratto di governo». Il leader leghista considera quella di Di Maio una buona soluzione. «Il matrimonio tra Alitalia e Ferrovie è una via percorribilissima, se ci riesce», ha detto. E il vicepremier M5s è deciso ad andare avanti. «Come eravamo compatti sul 2,4 per cento e lo abbiamo ottenuto - ha ragionato Di Maio con i suoi - adesso otterremo anche questo». Il ministro pentastellato sarebbe piuttosto sorpreso dalla posizione del collega dell'Economia, con il quale non ha mai smesso di litigare. «Questa volta Tria di chi sta facendo gli interessi? Perché vuole fare uno spezzatino di Alitalia?», si sarebbe sfogato con i fedelissimi.

Seppur accerchiato e solo, Tria per il momento non molla.

Forse perché il Quirinale gli ha chiesto di resistere o forse perché il governo non sbandi sui conti pubblici, come conferma l'ultima uscita del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco: «Le economie avanzate non devono abbassare la guardia sul debito».

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