Derby Fi-Lega alla Pa. Tajani vede gli Esteri

Si lavora al ruolo da assegnare al leader leghista. Duello Bernini-Bongiorno

Derby Fi-Lega alla Pa. Tajani vede gli Esteri

La costruzione dell'edificio del nuovo governo del centrodestra è appena iniziata. I mattoni non mancano, le fondamenta sono solide, ma bisogna trovare i giusti pesi e contrappesi, incrociando competenze, ambizioni, aspirazioni e disponibilità. Il nome di Fabio Panetta per il Tesoro ad esempio è una possibilità concreta, con le Finanze assegnate a Maurizio Leo. Ma l'economista, attuale membro del comitato esecutivo della Bce non è convinto, anche perché nel suo futuro potrebbe esserci la guida della Banca d'Italia. C'è chi dice che anche Mario Draghi sarebbe in pressing su di lui, ma non si esclude neppure il ritorno di un'altra figura ben conosciuta a livello internazionale come Domenico Siniscalco.

Da Via XX Settembre alla Farnesina. Antonio Tajani rappresenta un candidato naturale e di prestigio, ma il suo nome circola anche per la Difesa e la presidenza della Camera. Sempre per la Difesa un altro nome è quello di Adolfo Urso, attuale presidente del Copasir e con solidi rapporti «atlantici». In corsa restano naturalmente anche gli ambasciatori Giulio Terzi di Santagata e Stefano Pontecorvo. Su Economia, Esteri e Difesa è presumibile che possa esserci una condivisione con il Quirinale e lo stesso potrebbe avvenire per il Viminale. Le quotazioni di Matteo Salvini sono in discesa. Due giorni fa al Consiglio federale della Lega la decisione emersa è stata quella di spingere affinché al segretario venga affidato un ministero di peso. Per segnare una discontinuità rispetto al governo gialloverde, per lui potrebbe prendere corpo l'opzione Sviluppo Economico, anche per ricreare l'interlocuzione con quel Nord Est che in questa tornata elettorale lo ha parzialmente tradito. Il consigliere regionale veneto leghista Boron lo ha candidato alle riforme - dove in lizza c'è anche Marcello Pera - e agli Affari regionali in modo da portare avanti il percorso verso l'autonomia. Il «piano B» sarebbe assegnare gli Interni comunque a un esponente di via Bellerio. Nel centrodestra circola anche un'altra ipotesi: quella del capo di Gabinetto, Matteo Piantedosi con un viceministro leghista.

Per l'Università e Ricerca è circolato il nome Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico e presidente della Conferenza dei Rettori. C'è però chi ricorda la lettera pubblica che scrisse il 18 luglio scorso chiedendo a Mario Draghi di restare a Palazzo Chigi. Per la Pubblica Amministrazione i nomi in pole sono quelli di Anna Maria Bernini e di Giulia Bongiorno. Licia Ronzulli, invece, potrebbe approdare all'Istruzione, mentre Andrea Mandelli è in lizza per il ministero della Salute. Per le Infrastrutture resistono i nomi di Edoardo Rixi e Fabio Rampelli, mentre spunta l'ex ad di Fincantieri Giuseppe Bono per un eventuale ministero del Mare. Per la Transizione Ecologica la candidata più naturale è l'ex sottosegretaria Vannia Gava, mentre Gian Marco Centinaio dovrebbe tornare all'Agricoltura. Per la Cultura c'è l'ex consigliere di amministrazione della Rai Giampaolo Rossi. Per lui è possibile anche un incarico come amministratore delegato di Viale Mazzini. L'altro nome è quello di Gennaro Sangiuliano, ma la sua collocazione più naturale è quella di direttore del Tg1. Infine le Politiche Europee, Dipartimento per cui è pronto Raffaele Fitto.

L'ex governatore pugliese, però, ha un ruolo importante e strategico a Bruxelles e Strasburgo come co-presidente dei Conservatori Europei, è stato l'architetto dell'operazione che ha condotto Fratelli d'Italia in questa famiglia politica e in queste ore sta valutando attentamente quale scelta compiere. Dilemma non facile da risolvere su cui sarà Giorgia Meloni a decidere.

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