Nei miei pluriennali ricordi di ricercatore sociale ed elettorale, gli esiti delle elezioni in Sardegna anticipano spesso, almeno in una certa misura, i trend che successivamente si manifestano a livello nazionale. In sintesi, il voto sardo ha evidenziato:
1 Un risultato abbastanza soddisfacente per quel che riguarda l'afflusso alle urne. Non è detto, naturalmente, che si tratti di un trend che mostra un rinnovato interesse alle competizioni elettorali, ma è certamente un indicatore di una buona mobilitazione.
2 Il forte calo del Movimento Cinque Stelle, che è passato dal 42.5% ottenuto alle politiche dello scorso anno al 10% (con 1.400 sezioni scrutinate su 1.840). Un vero e proprio crollo, dunque, di entità ancora superiore a quello registrato qualche giorno fa in Abruzzo. Con un esito non solo al di sotto della soglia psicologica del 20% (di cui si parlava nei giorni scorsi) ma addirittura inferiore alla metà. È vero che si tratta di elezioni locali, in cui tradizionalmente i grillini sono più deboli, ma è comunque indubbio il significato politico del voto.
3 L'incremento dei consensi per la Lega, seppure in misura inferiore a quanto molti osservatori si aspettavano. Ma che non smentisce comunque il trend crescente del partito di Salvini a livello nazionale. E che suggerisce come i flussi in uscita dal voto grillino non necessariamente si concentrano a favore della Lega, ma affrontano percorsi più complessi che includono l'astensione e lo stesso centrosinistra.
È dunque in atto un processo di disaffezione dell'elettorato nei confronti dei grillini? Al di là dei fattori più propriamente locali, è ragionevole affermare che sia proprio così. I motivi principali dell'allontanamento dal voto per il M5S riguardano soprattutto l'insoddisfazione diffusa per la prova di sé che quest'ultimo ha dato, una volta che è arrivato alla guida del Paese. È frequente, a questo proposito, l'impressione delle difficoltà che i grillini hanno avuto, (anche in relazione alla non sempre presente competenza e alla capacità personale nel trattare questioni complesse: l'inesperienza dei suoi militanti è, del resto, un handicap che lo stesso Grillo ha sottolineato), nel passare dalla mera posizione di protesta alla assai più difficile necessità di trovare soluzioni a temi intricati, nell'ambito dell'azione di governo.
E poi hanno contato anche i ripetuti «tradimenti» rispetto alle affermazioni di un tempo (da ultimo la concessione dell'immunità parlamentare a Salvini) e la evidente difficoltà a realizzare davvero quanto promesso in campagna elettorale e contenuto nello stesso programma di governo. Tutti fattori che fanno ritenere, almeno sulla base degli elementi oggi a disposizione, che il trend di calo del M5S potrebbe confermarsi anche a fine maggio, in occasione delle Europee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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