Il dietrofront del Cai sullo stop alle croci. E il centrodestra esulta

Alla fine la crociata contro le croci che pullulano sulle nostre montagne batte in ritirata

Il dietrofront del Cai sullo stop alle croci. E il centrodestra esulta
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Alla fine la crociata contro le croci che pullulano sulle nostre montagne batte in ritirata. Con l'esultanza del centrodestra che in coro ha dato vita a una levata di scudi. Tutto era partito dal Cai, il Club alpino italiano, che sullo storico portale dell'associazione, lo Scarpone, aveva scritto: «La società attuale si può ancora rispecchiare nel simbolo della croce? Ha senso innalzarne di nuove? Probabilmente la risposta è no». Insomma, vengono considerate «anacronistiche» e «divisive». E via con la tiritera del «dialogo interculturale» e «nuove esigenze paesaggistico-ambientali». La base dei soci si era spaccata ma alcune guide di Alagna, nel vercellese, avevano già cominciato a rimuoverle. Caos. Prima il parziale rinculo del Cai: «Lasciamo integre le croci esistenti, perché testimonianze significative, e allo stesso tempo evitiamo di installarne di nuove».

Persino il ministro degli Esteri è intervenuto: «Esiste un minimo comune denominatore che lega tutta l'Europa ed è il cristianesimo - ha scritto su twitter Antonio Tajani - . Da Roma a Berlino, da Parigi a Lisbona, da Madrid ad Atene e fino ai Paesi baltici troveremo sempre una Croce. Difendiamo i nostri valori, la nostra identità, le nostre radici». Addirittura minaccioso il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «Dovrete passare sul mio corpo per togliere un solo crocifisso da una vetta alpina - ha detto - senza se e senza ma. Guai a chi vuole cancellare la nostra cultura. Penso che il Cai faccia un lavoro enorme, ma leggere che si vogliono togliere le croci sulle vette perché sarebbero divisive e anacronistico, mi fa dire che qualcuno ha un grosso problema». Anche il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti duro: «La croce non si tocca». E il ministero del Turismo? Daniela Santanchè ha trasecolato: «Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l'identità del territorio, il suo rispetto. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e le identità delle nostre comunità è fatta di simboli che custodiscono nel tempo la storia e valori. Invito il presidente del Cai a rivedere la sua decisione».

Chiamato in causa, il presidente si è affrettato alla marcia indietro: «Voglio scusarmi personalmente con il ministro per l'equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni

argomento di tale portata il nostro ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto», ha detto il presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani. Salvini può gongolare: «Hanno fatto dietrofront? Bene così».

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