Jeroen Dijsselbloem "non si riferiva ad alcun Paese o gruppo di Paesi." La giustificazione, per la verità un po' abborracciata, arriva all'indomani delle frasi contestatissime del presidente dell'Eurogruppo, che in un'intervista alla Faz aveva attaccato i Paesi del Sud Europa, accusati di "spendere tutti i soldi in donne e alcol".
Oggi, per bocca del suo portavoce, il politico olandese prova ad aggiustare il tiro, pur senza scusarsi: "Il suo messaggio è destinato a tutti i Paesi dell'Eurozona: la solidarietà è legata ai doveri", ha spiegato uno dei portavoce di Dijsselbloem. Tuttavia nemmeno oggi sono arrivate quelle scuse che il diretto interessato aveva negato già dopo le prime polemiche e che invece vengono richieste all'unanimità da tutti quei politici che si sentono offesi dalle sue parole.
Da Matteo Salvini a Matteo Renzi, da Renato Brunetta ai Cinque Stelle, tutta la politica italiana ha reagito compatta chiedendo le dimissioni da quella che a tutti gli effetti è una delle cariche di vertice dell'Unione europea.
Il governo portoghese chiede le dimissioni
In giornata è arrivata anche la richiesta di dimissioni da parte del premier del Portogallo Antonio Costa: "Queste
dichiarazioni sono completamente inaccettabili e sono anche molto pericolose, perché mostrano bene il pericolo del populismo", ha spiegato il capo del governo di Lisbona, che ha parlato di "frasi sessiste, razziste e xenofobe."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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