Orrore sull'orrore. Una donna si è data fuoco ieri e alcuni testimoni, invece di cercare di strapparla alla morte, hanno ripreso la scena con il cellulare.
La torcia umana, per ora senza identità, non ha mosso alcun sentimento di solidarietà, pietà, umana commozione e mentre quel corpo bruciava in modo del tutto inumano una ventina di persone immortalavano la scena. È una brutta pagina, quella che ha vissuto ieri e vive questa mattina al risveglio Crema, che il sindaco ha condannato senza appello.
La sconosciuta, perché le forze dell'ordine non hanno diffuso e forse mai diffonderanno l'identità, alle 13 nel campo antistante il ristorante «Il Mezzo», in zona Ombriano, si è gettata la benzina addosso e si è data fuoco. Una coppia, che stava passando in quel momento, ha creduto che dentro quella bottiglia ci fosse dell'acqua e che la donna utilizzasse quell'arma per combattere il caldo. Invece la poveretta al ha scelto di andare incontro al fuoco, forse per cancellare i suoi drammi, forse per annientare per sempre i suoi problemi. Ha scelto l'Inferno, per cancellare il suo.
Quando marito e moglie hanno realizzato quanto stava avvenendo davvero, lui è sceso subito dall'auto e ha cercato di spegnere quello che poteva con un asciugamano da palestra. «La signora bruciava nel campo di fronte e io ero l'unico che cercava di fare qualcosa - ha raccontato sotto choc -. In compenso una ventina di persone con il telefonino, che riprendevano la scena. Dopo minuti e minuti si è avvicinato uno con un estintore che non sapeva cosa fare. Ho spento tutto con l'estintore. La signora penso sia morta, nonostante io continuavo a parlare cercando un respiro alla fine i soccorsi sono arrivati dopo 15 minuti ho provato anche io il 113-112 e rimanevo in attesa. Non so se si sarebbe salvata. Ma la gente con il telefonino dal parcheggio del Mezzo mi ha lasciato di sasso. Sono arrivati solo alla fine. Quando ormai avevo spento tutto, per curiosità!» «Si parla di un essere umano, ma quelle persone con il telefonino cosa facevano, riprendendo? - si interroga -. Se fossi passato un paio di minuti prima, forse l'avrei salvata. Scrivo a lei sindaco perché è il primo cittadino di Crema e questo evento è successo nella sua, Nostra, città. So che lei non può far nulla ma ho pensato a lei come primo cittadino per avvisarla per prima. Ho scritto a lei perché magari alcuni messaggi arrivano più forti dalla sua carica. Mi è spiaciuto che nessuno abbia avuto l'idea di intervenire prima».
Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, ha tuonato contro quel capannello di curiosi e si è detta indignata nel vedere le persone riprendere la scena. «Non sappiamo ancora chi sia, questa povera donna, e non conosciamo bene le dinamiche - ha detto -. Saranno le forze dell'ordine a farci capire qualcosa in più. Ma la testimonianza di questo primo soccorritore, che passava in quel momento e si è fermato a porgere aiuto, è agghiacciante». «Comprendo che non tutti possano avere il sangue freddo per intervenire quando una persona si dà fuoco ha ribadito - . Ma se gli spettatori di questa tragedia hanno avuto la freddezza di prendere il telefonino ed immortalare la scena, anziché correre in aiuto o chiamare i soccorsi, allora dobbiamo farci delle domande.
Cosa siamo diventati? E se quella donna fosse stata nostra figlia, sorella, moglie, madre? Cosa può renderci così insensibili e distaccati verso la sofferenza degli altri? Perché questa indifferenza? Un abbraccio a questo buon samaritano, che passava per caso e si è fermato a prestare aiuto, anche se evidentemente non è bastato, ed un pensiero pieno di dolore per questa donna. Non è un buon giorno, oggi, Crema».
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